Il gruppo di ricercatori perugini, guidato dalla dottoressa Maria Teresa Pallotta, ha fornito un contributo determinante alla scoperta del meccanismo biologico regolato da una molecola, l'enzima indolamina 2,3-diossigenasi (IDO), all'origine del controllo delle patologie autoimmunitarie croniche. Una scoperta che apre la strada a nuovi studi mirati a identificare terapie efficaci nella cura del diabete giovanile e della sclerosi multipla. Lo studio, ha anche ricevuto un significativo riconoscimento con la pubblicazione nella rivista scientifica americana Nature Immunology.
In condizioni fisiologiche normali il sistema immunitario non attacca i nostri organi e tessuti, ma li "tollera" perché non li considera estranei, come fa invece per batteri e virus. Un meccanismo che diventa ancora più importante nella gravidanza, dove il sistema immunitario della madre si trova a dover "tollerare" un organismo estraneo come il feto. Già da alcuni anni vari gruppi di ricerca, incluso quello perugino, hanno intuito come una molecola importante per controllare questi processi e' l'enzima IDO. Fino ad oggi era chiaro che tale enzima, particolarmente attivo in gravidanza, svolgesse le sue funzioni di "vigile" del sistema immunitario degradando l'aminoacido triptofano (fondamentale per la moltiplicazione dei globuli bianchi) e producendo molecole di scarto (le chinurenine) capaci di interrompere molteplici funzioni di difesa.
Si tratta di un nuovo farmaco per conservare la funzione beta internazionale: è la ricerca Fabulinus, e quello del pediatrico fiorentino è l'unico centro italiano attivo coinvolto
Soprattutto se rossa e lavorata, analisi su 2 milioni di persone
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In Italia, secondo le proiezioni Istat, se proseguisse il trend in crescita degli ultimi decenni, nel 2040 il dieci per cento della popolazione avrà il diabete
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