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Scoperto da equipe italiana meccanismo all'origine del controllo delle patologie autoimmunitarie croniche. Possibili nuove terapie nel trattamento del diabete giovanile e della sclerosi multipla

Diabetologia | 02/08/2011 09:40

Il gruppo di ricercatori perugini, guidato dalla dottoressa Maria Teresa Pallotta, ha fornito un contributo determinante alla scoperta del meccanismo biologico regolato da una molecola, l'enzima indolamina 2,3-diossigenasi (IDO), all'origine del controllo delle patologie autoimmunitarie croniche. Una scoperta che apre la strada a nuovi studi mirati a identificare terapie efficaci nella cura del diabete giovanile e della sclerosi multipla. Lo studio, ha anche ricevuto un significativo riconoscimento con la pubblicazione nella rivista scientifica americana Nature Immunology.

In condizioni fisiologiche normali  il sistema immunitario non attacca i nostri organi e tessuti, ma li "tollera" perché non li considera estranei, come fa invece per batteri e virus. Un meccanismo che diventa ancora più importante nella gravidanza, dove il sistema immunitario della madre si trova a dover "tollerare" un organismo estraneo come il feto. Già da alcuni anni vari gruppi di ricerca, incluso quello perugino, hanno intuito come una molecola importante per controllare questi processi e' l'enzima IDO. Fino ad oggi era chiaro che tale enzima, particolarmente attivo in gravidanza, svolgesse le sue funzioni di "vigile" del sistema immunitario degradando l'aminoacido triptofano (fondamentale per la moltiplicazione dei globuli bianchi) e producendo molecole di scarto (le chinurenine) capaci di interrompere molteplici funzioni di difesa.

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Riassumendo, mentre questo meccanismo riesce a spiegare l'effetto di spegnimento immediato di una risposta immunitaria acuta, come nel caso di un'infiammazione, non da' ragione della "tolleranza" a lungo termine nei confronti dell'embrione/feto da parte della madre per nove mesi oppure verso i propri tessuti per tutta la vita. Da qui l'importanza di tale lavoro che ha evidenziato come IDO non sia solo un diretto "esecutore" del controllo del sistema immunitario, ma che sia capace anche di coinvolgere altre molecole "riprogrammando" così a lungo termine la cellula dendritica, regista delle difese immunitarie. Quindi il controllo di IDO diventa determinante per riuscire a rimodulare l'organismo immunitario e le sue risposte.

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