Quarantadue anni, 11 mesi e 29 giorni: e' questo il limite d'eta' che le regioni vogliono porre come soglia di accesso per le donne che intendono sottoporsi a trattamenti di procreazione medicalmente assistita rimborsati dal Servizio sanitario nazionale. Il tavolo tecnico interregionale sulla procreazione assistita ha infatti elaborato un documento che va in tale direzione, che ora dovra' essere esaminato dalla commissione degli assessori regionali alla Salute. Un'iniziativa che si inserisce proprio in un momento in cui si fanno sempre piu' accese le polemiche per le cosiddette 'mamme-nonne', ma che suscita alcune perplessita' nei medici.
"L'idea e' di uniformare i criteri di accesso in tutte le regioni - spiega Stefano Marson, del coordinamento tecnico interregionale della commissione Salute - perche' ora alcune hanno posto dei limiti e altre no". Come dimostra la delibera della regione Veneto che a giugno ha 'esteso' la possibilita' di fare i trattamenti di pma a carico del Ssn anche alle donne fino a 50 anni, e per gli uomini fino a 65 anni. Nel documento cui stanno lavorando le regioni si riprendono anche alcuni criteri gia' contenuti nelle linee guida sulla legge 40, "come limitare l'accesso a donne anche piu' giovani ma con diabete e un indice di massa corporea eccessivo e troppo basso - continua -, cioe' ne' donne obese ne' troppo magre, e a chi e' diabetica.
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