Sarebbero contrari alla teoria del medico Paolo Zamboni i primi risultati preliminari dello studio COSMO promosso dall'associazione italiana sclerosi multipla (Aism) proprio per verificare l'ipotesi del medico ferrarese circa la correlazione tra la sclerosi multipla e la insufficienza venosa cronica cerebrospinale (Ccsvi), ovvero una anomalia del flusso di sangue dovuto a restringimenti delle principali vene del sistema nervoso centrale che potrebbe concorrere al danno dei tessuti che caratterizza questa malattia.
Dall'analisi di circa 700 soggetti, gia' sottoposti ad ecodoppler, su un totale di 2000 (di cui 1200 con sm, 400 con altre patologie neurologiche e 400 soggetti sani) e' infatti emerso, sulla base di dati preliminari, che in meno del 10% dei casi si evidenzia la presenza della Ccsvi. Il dato (COSMO e' il piu' ampio studio epidemiologico multicentrico sulla teoria) e' stato reso noto da Giancarlo Comi, coordinatore dello studio insieme al professor Gianluigi Mancardi di Genova e direttore del dipartimento neurologico dell'Istituto San Raffaele di Milano, a margine del congresso internazionale sulla sclerosi multipla in corso ad Amsterdam. Il fatto che ''siano stati rilevati alcuni casi di CCsvi nel campione dello studio, in questa prima analisi ad interim dei dati - ha spiegato - ci consente di continuare ad esplorare questa ipotesi, ma va detto che non c'e' alcun segnale di allarme poiche' tale associazione resta sotto il 10% dei casi. Dunque la tesi che la CCsvi possa essere la causa o una concausa significativa della sm, sottoposta ad un vaglio oggettivo, si e' completamente sgonfiata''.
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