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Smettere di fumare determina un aumento del colesterolo HDL e può promuovere una riduzione del rischio cardiovascolare

Neurologia | 28/10/2011 18:17

Un uno studio condotto da un gruppo di ricercatori statunitensi, nei soggetti fumatori che nell'arco di un anno sono riusciti a smettere di fumare si è verificato un aumento dei livelli di colesterolo HDL nel sangue. Lo studio prospettico, in doppio cieco, randomizzato, controllato con placebo ha riguardato 923 fumatori di entrambi i sessi che fumavano in media una ventina di sigarette al giorno e che volevano smettere. Gli autori li hanno seguiti per un anno, sottoponendoli all'inizio e al termine dello studio ad analisi del sangue, per misurare vari parametri, incluso il colesterolo. Entro un anno, 334 persone, ossia il 36,2% del campione è riuscito a smettere di fumare.

Dal confronto fra i risultati degli esami effettuati all'inizio dello studio e quelli degli esami realizzati al termine, è emerso che nei soggetti che sono riusciti a smettere di fumare non si è riscontrata alcuna variazione del colesterolo LDL, mentre si è verificato un aumento del colesterolo HDL, in media, di 2,4 mg/dl (milligrammi per decilitro di sangue). Nelle persone che hanno continuato a fumare, invece, sia i livelli di colesterolo LDL sia quelli di colesterolo HDL sono rimasti pressoché stabili nel periodo di osservazione. I ricercatori hanno concluso che smettere di fumare si traduce in un aumento del colesterolo HDL.

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I dati sono più marcati nelle donne. Inoltre, hanno aggiunto che, con il passare del tempo, l'aumento del colesterolo HDL potrebbe promuovere una riduzione del rischio cardiovascolare: studi precedenti, infatti, hanno dimostrato che un incremento pari a 1 mg/dl di colesterolo HDL può ridurre del 2-3% il rischio di eventi come infarti e ischemie cerebrali nell'arco di un decennio. I risultati andranno confermati da studi condotti su casistiche più ampie.

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