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La vaccinazione contro il papilloma virus è in calo

Ginecologia | 11/11/2011 16:31

Nel 2008 le ragazze vaccinate erano il 62,2%, oggi sono scese al 54,3%. Una ricerca del Censis su un campione di 3.500 donne quota la diminuzione delle vaccinazioni. Le responsabilità sono da attribuire
ad una ridotta informazione?
L’80% delle donne dichiara di essere a conoscenza del papilloma virus e dell’esigenza della prevenzione. Il 94% delle donne informate sa che l’Hpv è responsabile di diversi tumori, soprattutto di quello al collo dell’utero, mentre l’83% sa che può causare altre patologie dell’apparato genitale. Ma meno della metà collega il virus ai condilomi genitali e quasi il 70% ritiene erroneamente che colpisca solo le donne. L’8% crede che sia il virus responsabile dell’Aids, il 7% dell’epatite. Inoltre, prevale l’idea che il virus si diffonda solo mediante il rapporto sessuale completo (67,5%) e che pertanto l’uso del preservativo rappresenti una protezione sufficiente. Solo meno del 20% sa che non è possibile eliminare completamente i rischi di contagio quando si è sessualmente attivi.

Quattro donne su cinque sostengono che le informazioni che circolano sull’Hpv e la vaccinazione non sono chiare. Al momento la quota di bambine, ragazze e donne italiane fino a 55 anni che hanno effettuato il vaccino è pari complessivamente al 7,2%. Il dato è molto variabile a seconda dell’età e rispecchia le scelte sull’accesso gratuito alla vaccinazione . Tra le più vaccinate le 14enni che avevano 11 anni nel 2008, anno dell’avvio effettivo delle campagne vaccinali. La quota decresce tra le attuali 13enni e 12enni mettendo in evidenza la riduzione delle adesioni alle campagne di vaccinazione.

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In conclusione, le donne italiane si dimostrano inclini alla prevenzione delle malattie dell’apparato riproduttivo e approcciano la vaccinazione contro l’Hpv con un atteggiamento aperto. Fondamentale diventa l’accesso alle informazioni e la possibilità di confrontarsi con un  esperto dal momento che fino ad oggi la maggior parte delle informazioni pervenute giungevano dal servizio vaccinale delle Asl.
 

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