Sta bene la prima paziente italiana cui è stata riparata la valvola mitrale, che mette in comunicazione l'atrio e il ventricolo sinistro, per via percutanea, ovvero con un metodo simile a quello usato per le angioplastiche.
L'intervento è stato eseguito il 7 ottobre scorso all'ospedale Ferrarotto di Catania su una donna di 67 anni che soffriva di un'insufficienza grave di questa valvola. Malattia in cui i lembi instabili della valvola impediscono una perfetta chiusura: così il sangue, invece di uscire tutto nel-l'aorta, ritorna in parte nell'atrio (reflusso). Alla lunga il cuore si scompensa e in un caso su dieci bisogna sostituire o riparare la mitrale per scongiurare il peggio. Fino a poco tempo fa non c'erano alternative alla cardiochirurgia, ma l'intervento di Catania fa sperare chi non può affrontare il bisturi.
«Il metodo prevede l'impiego di microclip, microscopiche ancore che fissano le falde della valvola mitrale riducendone la mobilità — spiega Corrado Tamburino, responsabile dell'équipe catanese — .
Società scientifiche ed esperti concordano sulla necessità di agire sull’organizzazione e il monitoraggio – anche attraverso i LEA - e sulla comunicazione per un paziente più consapevole
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