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Peptide ostacola il coupling tra i recettori dopaminergici. Nuovo approccio terapeutico della depressione

Psichiatria GianMaria Di Nardo | 07/12/2011 11:34

I neuroscienziati del Centre for Addiction and Mental Health (CAMH) di Toronto hanno scoperto che l'accoppiamento tra i due recettori della dopamina D1-D2  è significativamente più elevato a livello cerebrale di pazienti affetti dalla forma più grave di depressione. L’equipe di studiosi, guidata dal dottor Liu Fang, Principal Investigator e Senior Scientist nel CAMH e professore associato di Psichiatria presso l'Universita' di Toronto, hanno infatti identificato un potenziale bersaglio terapeutico per lo sviluppo di nuovi agenti anti-depressivi . Lavorando su questa scoperta, i ricercatori hanno cercato di individuare i siti in cui si legano i due recettori della dopamina D1-D2 in modo per disturbare questo "accoppiamento" eottenere un effetto anti-depressivo. Hanno cominciato analizzando uno specifico meccanismo di segnalazione della dopamina, il complesso di recettori D1 e D2.
 

I ricercatori sono stati in grado di riprodurre in laboratorio una proteina in grado di interrompere il legame dei due recettori. La proteina è stata successivamente testata in modelli animali per confrontare gli effetti con gli attuali farmaci anti-depressivi. Dopo aver somministrato il peptide, è stato osservato un netto miglioramento nei comportamenti depressivi. Il miglioramento nel gruppo del peptide è stato equivalente al miglioramento con i tradizionali farmaci anti-depressivi (vedi grafici cliccando qui).

Questa nuova proteina rappresenta un approccio completamente nuovo al trattamento della depressione, trattamento che fino ad oggi si fonda soprattutto su farmaci che inibiscono la captazione della serotonina o noradrenalina.

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