Se nei Paesi ricchi si muore soprattutto per ischemie cardiache e ictus, in quelli poveri si perde la vita soprattutto per infezioni respiratorie o la diarrea. In media nel mondo i principali 10 killer sono le ischemie cardiache (12,8% delle morti), ictus e altre patologie cerebrovascolari (10,8%), infezioni delle basse vie respiratorie (6,1%), malattie croniche polmonari ostruttive (5,8%), diarrea (4,3%), hiv (3,1%), tumore al polmone, trachea e bronchi (2,4%), tbc (2,4%), diabete mellito (2,2%) e incidenti stradali (2,1%). Dai dati dell'Oms, che si riferiscono al 2008, emerge che delle circa 57 milioni di persone perite, 7,3 sono morte per ischemie cardiache e 6,2 per ictus. Otto milioni i bambini sotto i 5 anni morti (di cui il 99% vive in paesi a basso e medio reddito).
Tuttavia vi sono profonde differenze tra paesi a basso, medio e alto reddito. In quelli ricchi infatti oltre i 2/3 della popolazione supera i 70 anni e muore di malattie croniche, come patologie cardiovascolari, polmonari croniche ostruttive, tumori, diabete e demenze. In quelli a medio reddito quasi la meta' degli abitanti raggiunge i 70 anni e i principali killer sono gli stessi di quelli ricchi, ma con un maggiore impatto di tbc, hiv e incidenti stradali. Negli Stati a basso reddito invece meno di una persona su 5 arriva a 70 anni, e oltre 1/3 di tutte le morti avviene in bimbi sotto i 15 anni.
Società scientifiche ed esperti concordano sulla necessità di agire sull’organizzazione e il monitoraggio – anche attraverso i LEA - e sulla comunicazione per un paziente più consapevole
Per colmare questo vuoto, è stato realizzato il Manifesto: “Rischio cardiovascolare residuo: analisi del contesto e delle opzioni terapeutiche, tra innovative strategie di prevenzione e sostenibilità di sistema”
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Il documento ha affrontato il tema dell’aderenza terapeutica nei suoi diversi aspetti, sia a livello mondiale che italiano
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