Il diabete mellito gestazionale (GDM) è associato a rischio di eventi avversi cardiovascolari tardivi. Uno studio recentemente pubblicato su “Clinical Science”, ha esaminato la relazione tra livelli glicemici durante la gravidanza e la struttura e la funzionalità delle piccole arterie, fino a 2 anni dopo il parto.
Le donne reclutate sono state inizialmente reclutate per lo studio HAPO, che mira a valutare i livelli di iperglicemia ed esito negativo della gravidanza, e successivamente classificate in base alla distribuzione glicemica durante il periodo gestazionale in: controllo (nella metà inferiore della curva di distribuzione), UQ (quartile superiore della curva di distribuzione), GDM in caso di malattia conclamata. Dopo due anni, sono state esaminate le arterie sottocutanee mediante biopsia effettuata con miografia a filo. La struttura, la rigidità e la vasocostrizione delle piccole arterie sono risultate simili tra i tre gruppi, mentre la massima vasodilatazione dell’epitelio in risposta a carbacolo è risultata compromessa nel gruppo GMD(43,3%, n = 8 e P = 0,01) e in quello UQ(51,7%, n = 13 e P = 0,04), nonostante i livelli glicemici nella norma. Nei controlli, l’inibizione dell’ossidi nitrico sintasi (iNOS) ha ridotto significativamente la massima vasodilatazione endotelio-dipendente, ma non ha comportato alcun effetto sulle arterie delle donne appartenenti ai gruppi UQ e GDM.
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