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Intramoenia, ecco quanto rende alle strutture. Balduzzi, basta alle visite private fuori dagli ospedali. Siete d’accordo?

Sanità pubblica Redazione DottNet | 20/02/2012 14:14

L'intramoenia (cioe' l'attivita' libero professionale dei medici pubblici) e' scelta, nel Ssn dalla stragrande maggioranza dei medici (95%), ma, a distanza di 13 anni dalla Riforma sanitaria, e' ancora una chimera nel 50% delle strutture sanitarie, dove non e' stato possibile reperire gli spazi adatti per realizzare l'attivita' . La libera professione intramuraria, introdotta dalla Riforma Sanitaria del 1999 e' regolata dalla legge 120 del 2007, che dava tempo alle Regioni di adeguare le strutture pubbliche e rendere disponibili i locali destinati all'intramoenia entro il 31 dicembre 2012.

In attesa dell'adeguata ristrutturazione di Asl e ospedali, si prevedeva la possibilita' per i medici dipendenti del servizio sanitario nazionale che optavano anche per la libera professione di esercitarla fuori dalle strutture pubbliche, nello studio quindi, laddove non fossero ancora state adottate le misure per garantire l'esercizio dell'attivita'. Sui portafogli dei cittadini, nel 2010 l'opzione e' costata 1,130 miliardi di euro; questa la cifra e' servita per pagare di tasca propria ricoveri, interventi chirurgici e visite specialistiche in regime di intramoenia. Di questi, 1.055 miliardi sono andati ai medici e 74,1 milioni a ospedali e Asl. Secondo dati del governo, l'intramoenia ha visto salire i suoi incassi da 931 milioni del 2004 a 1,19 miliardi del 2007, con una quota per il personale cresciuta da 815,6 a 999,6 milioni, mentre la parte spettante ad asl e ospedali e' salita da 115,6 a 196,7 milioni. I cittadini in quattro anni hanno pagato di tasca propria 4 euro in piu' a testa. Ma con l'applicazione della legge 120 del 2007, la curva ha cominciato a scendere e stabilizzarsi: 1,121 miliardi nel 2008, 1,131 nel 2009 e 1,129 nel 2010. Con la quota rimasta nelle casse del servizio pubblico precipitata dai 196 milioni del 2007 ai 59,4 del 2008, per risalire ancora a 66,3 milioni nel 2009 e a 74,1 nel 2010. Per il personale sanitario il guadagno dal 2008 (1,061 miliardi) al 2010 (1,055) e' rimasto invece stabile, ma con 56 milioni in piu' in tre anni e 240 milioni aggiuntivi dal 2004. Tra le Regioni a incassare di piu' ci sono Lombardia (218 milioni), Emilia Romagna (143,8) e Toscana (124,6), mentre il Molise realizza appena 1,63 milioni e la Basilicata 4,4.Basta proroghe all'attivita' libero professionale 'allargata' per i medici ospedalieri. Gli spazi per fare visite private fuori l'ospedale vanno individuati e una soluzione va trovata entro 4 mesi. All'annuncio di fermezza del ministro della Salute Renato Balduzzi rispondono medici, sindacalisti e direttori di Aziende sanitarie non proprio sulla stessa linea, verso i quali il ministro tende la mano per una costruttiva collaborazione. Per il segretario dell'Anaao Assomed, Costantino Troise, occorre verificare in tutte le Regioni ''la disponibilita', all'interno degli ospedali, di spazi ed orari dignitosi per cittadini e medici, tecnologia necessaria, adeguata organizzazione di supporto''. Lo stop a ulteriori proroghe per la cosiddetta intrameonia allargata e' vista bene da Massimo Cozza della Cgil medici: ''e' una buona notizia per il Servizio sanitario nazionale. Ci sara' maggiore trasparenza, in particolare per le liste di attesa.

Mentre i medici potranno continuare ad operare negli stessi ospedali, migliorando la qualita' del lavoro senza impegnare ulteriori risorse. E le stesse aziende sanitarie potranno ricavare maggiori utili economici. ''Dentro o fuori dell'ospedale i luoghi si troveranno - taglia corto Giovanni Monchiero presidente della Fiaso - ma il problema rimane con i cittadini che non capiscono perche' se vai il lunedi' a chiedere una visita l'avrai gratis fra sei mesi, ma se vai il giovedi' l'avrai il giorno dopo a pagamento''. Quanto ai tempi stretti per l'attuazione di nuove norme piu' stringenti (entro giugno) Monchiero afferma: ''gli spazi si troveranno, i medici mugugneranno un po' e poi la faranno dentro; ma rimarra' la contraddizione di fronte al cittadino'' che non capira' quella sorta di doppio binario. Non ottimista e' l'on. Giuseppe Palumbo (Pdl): ''Vedo difficile in pochi mesi trovare una soluzione al problema della libera professione per i medici ospedalieri come prefigura il ministro Balduzzi. Tanto piu' che oggi mi risulta che il 70% degli ospedali non e' organizzato. Immagino ricorsi di medici, una rincorsa degli ospedali a convenzionarsi con case di cura col rischio di dare piu' spazio ai privati. E non voglio che alla fine si ottenga l'effetto contrario. Se entro pochi mesi si riuscira' a far approvare il ddl che modifica la legge ben venga. Ma e' assai difficile''. Piena condivisione sullo stop alle visite negli studi per gli ospedalieri che hanno scelto l'intrameonia'' viene dal senatore Ignazio Marino (Pd), secondo il quale ''''e' stato finalmente preso un impegno preciso, come previsto dalla legge 120 del 2007. Dobbiamo pensare a ridurre concretamente le interminabili liste di attesa, ostacolo insopportabile per i cittadini''. Ma da Marino viene uno no netto ad un'altro annuncio del ministro Balduzzi : un emendamento sulle modalita' di scelta dei primari (una graduatoria dei candidati, anziché una terna e una commissione giudicante presieduta dal direttore sanitario dell'azienda e da due primari sorteggiati). ''La politica deve uscire dalle corsie degli ospedali, eppure il meccanismo di riforma delle nomine previsto dal ministro Balduzzi non incidera' su questa realta'. Le commissioni a cui si affida la scelta dei primari non possono e non devono includere direttori sanitari o direttori generali, poiché essi sono nominati dalla politica nella quasi totalita' dei casi''.

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