Più formazione per vincere sfida arresto cardiaco improvviso
"Vi è un nemico, che uccide impietosamente almeno 8 italiani all'ora, 164 al giorno, circa 60.000 ogni anno: è l'arresto cardiaco improvviso. Una sfida che si vince grazie al massaggio cardiaco e defibrillazione precoce entro e non oltre i primi 3 - 5 minuti, al massimo, dalla insorgenza dell'evento". Così Mario Balzanelli, presidente nazionale Sis118, nominato dal Ministero della Salute nel board di esperti facenti parte del tavolo tecnico sulla formazione alle manovre di rianimazione cardiopolmonare ed abilitazione all'uso del defibrillatore. Per Balzanelli, è necessario concepire la Scuola "come luogo ideale per la formazione, efficace, a costo zero, per le famiglie".
L'idea è quella di organizzare di concerto con i Sistemi di Emergenza Territoriale 118 del Paese, percorsi gratuiti per le famiglie e l'intera società civile di formazione e addestramento essenziale in tema esclusivo di manovre salvavita, modulati sul piano didattico secondo tempistiche necessariamente brevi. "Nel primo semestre 2005 - spiega Balzanelli- avevamo raccolto 93mila firme in tutta Italia perché le manovre salvavita si insegnassero nella scuola italiana e con l'articolo 1, comma 10 della legge 107/2015, quei contenuti, ben dieci anni dopo, furono recepiti dal legislatore diventando legge dello Stato. Premesso - continua Balzanelli - che la legge esiste e ad oggi, purtroppo, è ancora completamente inattuata, la grande sfida da rilanciare a livello governativo, è concepire la Scuola come luogo ideale per la formazione". Per Balzanelli, è necessario dunque "stabilire quale obiettivo prioritario della programmazione sanitaria nazionale che tutta la popolazione italiana sia messa, quanto prima, nelle condizioni di apprendere cosa fare in queste situazioni e, in concreto, come farlo. La buona notizia è che se queste due semplici manovre vengono effettuate, pressochè istantaneamente, la vittima di un arresto cardiaco improvviso ha probabilità anche assai elevate, anche superiori al 30 - 40%, di salvarsi", conclude.
Il Ministro: “È necessario rafforzare tutte le attività di coinvolgimento dei cittadini e dobbiamo intercettare le paure, superare i pregiudizi. Un italiano su 5, soprattutto al Sud, non sa che gli screening sono gratuiti”
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