L’ utilizzo di farmaci antiasmatici nel mese precedente il concepimento o durante i primi 3 mesi di gravidanza comportano un aumento statisticamente significativo del rischio di alcuni difetti congeniti, tra i quali atresia esofagea, atresia anorettale e onfalocele, ma non di altri, nei neonati analizzati. I risultati di questo studio sono stati pubblicati su Pediatrics, che ha dunque dimostrato un possibile rischio teratogeno agli antiasmatici nel periodo periconcenzionale.
Non è stato ancora dimostrato se le associazioni osservate siano dovute più alla gravità dell’asma materna e dell’ipossia piuttosto che all’uso dei farmaci, e tale dubbio, dichiarato dagli stessi autori, lascia ancora la necessità di studi ulteriori e di non poter affermare con assoluta certezza il dato osservato.
Gli esperti hanno utilizzato i dati di uno studio multicentrico caso-controllo che include neonati con difetti alla nascita con ernia diaframmatica, atresia esofagea, piccola atresia intestinale, atresia anorettale, difetti del tubo neurale, onfalocele o difetti degli arti e neonati privi di queste malformazioni.
Lo studio ha rilevato un'associazione significativa tra l’atresia esofagea isolata e l’utilizzo di broncodilatatori L’ utilizzo dei soli antinfiammatori e di entrambi i tipi di farmaci sono risultati, invece, elevati, ma non significativi.
Bibliografia: Shao Lin, et al. Maternal Asthma Medication Use and the Risk of Selected Birth Defects. Pediatrics 2012. Doi 10.1542/peds.2010-2660.
Esame analizza 32 proteine ed è in grado di predire chi ha più probabilità di aver bisogno di cure o di morire per queste patologie
Lo rivela un ampio studio presentato al Congresso della European Respiratory Society (ERS) a Vienna da Anne Vejen Hansen dell'Ospedale Universitario di Copenaghen
I pazienti che hanno ricevuto un trattamento diretto dallo pneumologo hanno avuto un minore utilizzo successivo dell'assistenza sanitaria per malattie respiratorie rispetto a quelli che hanno ricevuto cure abituali
Lo ha accertato uno studio internazionale in collaborazione fra l'Università francese Paris-Saclay, e quelle di Padova, Napoli Federico II e altri atenei stranieri
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