In arrivo novità per quanto riguarda le norme sui farmaci generici che tanto hanno fatto discutere nelle settimane scorse. Il decreto liberalizzazioni, appena riformulato, presenta alcune limature non irrilevanti alla voce prescrizione: sparisce l'obbligo per il medico di scrivere sulla ricetta la dicitura "sostituibile con equivalente generico". Il prescrittore è comunque tenuto a ricordare al paziente l'eventuale presenza in commercio di alternative equivalenti. In pratica sono state annullate gran parte delle proposte avanzate finora. "Il testo rivisto del decreto liberalizzazioni in tema di farmaci generici ridà dignità al brand - sottolinea il presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi -. Secondo quanto riportato nella nuova versione il medico dovrà informare il paziente sull'esistenza di eventuali prodotti generici con uguale principio attivo e il farmacista dispenserà quello a minor prezzo, senza che il prodotto 'di marca' debba essere discriminato. Questa norma va nella direzione indicata dal ministro della Salute, Renato Balduzzi, e mira a una maggiore informazione, ridando dignità ai medicinali branded e lasciando libertà prescrittiva al medico".
Insomma, secondo Scaccabarozzi la norma sulla prescrizione dei farmaci generici "è stata resa più corretta di quanto non fosse prima". "Mi sembra - aggiunge Scaccabarozzi - che si sia puntato, come aveva giustamente detto il ministro Balduzzi, su una parte importante, ovvero sulla corretta informazione da parte del medico di informare il cittadino". In sintonia anche Giacomo Milillo, segretario della Fimmg, che "apprezza moltissimo il fatto che siano stati messi sullo stesso piano il farmaco 'brand' e quello generico" e anche che nel nuovo testo sia stata messa in risalto "la responsabilità del medico".
Le novità in farmacia e in parafarmacia
Più facilità nel trovare i farmaci grazie all'apertura di circa 5mila nuove farmacie, possibilità di comprare i farmaci per 'fido' anche nelle parafarmacie. E, dal 2013, sul bancone si potrebbero trovare medicinali 'personalizzati', misurati sul tipo di terapia, fino a dosi da una sola pillola. Sono alcune delle novità al decreto liberalizzazioni, dopo l'accordo tra forze politiche e con il governo che ha portato a fissare il quorum per le farmacie a 3.300 abitanti e un concorso straordinario per arrivare alle nuove aperture entro un anno. Le nuove misure, arrivate con la riformulazione dell'articolo 11, sono state accolte con ''grande soddisfazione'' dai parafarmacisti, che vedono ''finalmente riconosciuta'' la loro professionalità e ampliata la tipologia di medicinali che potranno vendere. Non solo, infatti, potranno dispensare i farmaci veterinari con ricetta (esclusi quelli 'stupefacenti'), ma potranno anche dotarsi di laboratori per le preparazioni galeniche, con il limite in questo caso di quelle senza obbligo di ricetta. Ma, dicono, questa apertura potrebbe spingere a un 'delisting' dei farmaci dalla fascia C (che potranno essere venduti da tutte le parafarmacie, anche quelle che operano in comuni sotto i 12.500 abitanti) più corposo, fermo restando che il loro obiettivo è quello di poter vendere tutti i farmaci con obbligo di ricetta che non sono però a carico del Servizio sanitario nazionale. Misure che però sono 'bocciate' da Federfarma, l'associazione delle farmacie convenzionate, che vede invece nelle nuove norme, in cui ''si fa prevalere la logica commerciale'' un ''rischio'' per il sistema e anzi, come dice la presidente, Annarosa Racca, così si ''rende impossibile mantenere la attuale qualità del servizio farmaceutico assicurato ai cittadini''.
Farmaci monodose
Stessa accoglienza da parte delle industrie per la previsione dei farmaci monodose. Il testo demanda all'Aifa, entro il 31 dicembre, di rivedere ''le modalità di confezionamento dei farmaci'' per ''identificare confezioni ottimali anche di tipo monodose in funzione delle patologie''. Secondo Farmindustria, infatti, si tratta solo di ''costi aggiuntivi'' che andranno a carico delle imprese e che non porteranno reali vantaggi per i cittadini. Nessuna preclusione da parte dei medici di famiglia all'introduzione dei farmaci monodose in funzione di alcune tipologie. "Questo tema "è stato già trattato in passato ma non si sono mai trovate soluzione interessanti sia dal punto di vista economico che pratico", spiega Giacomo Milillo, segretario della Federazione dei medici di medicina Generale, sottolineando in ogni caso che la norma "è opportuna". "Da parte della categoria - evidenzia dunque Milillo - non ci sarà nessuna preclusione su questo punto".
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