Sono almeno 2,5 milioni le persone affette da Broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco), disturbo che per dimensioni rappresenta la quarta causa di morte del nostro Paese. Con l'obiettivo di delineare e diffondere una modalità assistenziale innovativa per il trattamento di questa patologia, basata sulla collaborazione e sull'interazione tra le figure professionali impegnate nella cura dei pazienti, le principali società scientifiche attive nell'area delle patologie respiratorie, si presentano unite a Roma, oggi e domani, nel corso del Forum Nazionale dedicato a "La Gestione Clinica Integrata della Bpco".
Nel corso di questa iniziativa i rappresentanti di AIPO, Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri e SIMeR, Società Italiana di Medicina Respiratoria - associati nella UIP (Unione Italiana per la Pneumologia) - e AIMAR, Associazione Scientifica Interdisciplinare per lo Studio delle Malattie Respiratorie, in collaborazione con la SIMG (Società Italiana di Medicina Generale), illustrano ai propri delegati regionali il primo documento ufficiale che favorisce una tempestiva presa in carico del paziente e definisce un adeguato percorso diagnostico-terapeutico. "Le ultime ricerche condotte nel campo delle patologie respiratorie hanno evidenziato dati epidemiologici molto allarmanti, che disegnano uno scenario davvero preoccupante per quanto riguarda la diffusione e le conseguenze della Bpco in Italia - dichiara il Prof.
Esame analizza 32 proteine ed è in grado di predire chi ha più probabilità di aver bisogno di cure o di morire per queste patologie
Lo rivela un ampio studio presentato al Congresso della European Respiratory Society (ERS) a Vienna da Anne Vejen Hansen dell'Ospedale Universitario di Copenaghen
I pazienti che hanno ricevuto un trattamento diretto dallo pneumologo hanno avuto un minore utilizzo successivo dell'assistenza sanitaria per malattie respiratorie rispetto a quelli che hanno ricevuto cure abituali
Lo ha accertato uno studio internazionale in collaborazione fra l'Università francese Paris-Saclay, e quelle di Padova, Napoli Federico II e altri atenei stranieri
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Lo rivela un ampio studio presentato al Congresso della European Respiratory Society (ERS) a Vienna da Anne Vejen Hansen dell'Ospedale Universitario di Copenaghen
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