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Epidemia Dengue, anche l’Italia è a rischio

Infettivologia Redazione DottNet | 26/04/2012 12:38

Mentre a Rio de Janeiro la segreteria municipale di Salute conferma l'insorgenza di una nuova epidemia (con oltre 50mila episodi e 12 morti gia' registrati dall'inizio del 2012), casi di Dengue - malattia di origine virale provocata dalla zanzara 'Aedes aegypti' - sono destinati ad essere sempre piu' frequenti anche in Italia. Lo sostengono ricercatori e biologi brasiliani, attribuendo la causa principale del fenomeno all'aumento della temperatura, per il cosiddetto effetto serra, in varie zone d'Europa.

 

''I cambiamenti climatici - ha detto Ricardo Lourenco, ricercatore capo dell'Istituto Oswaldo Cruz di Rio de Janeiro - costituiscono un pericolo per tutto il pianeta''. Per il biologo carioca, il caldo tropicale che ha ormai raggiunto molte regioni italiane ''e' il clima ideale per la zanzara della Dengue, che in queste condizioni puo' proliferare tranquillamente''.  Secondo l'Organizzazione mondiale della salute (Oms), attualmente un terzo della popolazione mondiale vive in aree di rischio di contatto con la zanzara della Dengue. Ma nei prossimi decenni questa percentuale e' destinata a raddoppiare: fino al 2085 - sostiene uno studio dell'Oms - tra il 50% e il 60% degli abitanti del pianeta vivranno in zone infestate dall'Aedes.

 Oltre alle temperature elevate - fanno notare gli scienziati - l'effetto serra sta rendendo sempre piu' comuni eventi estremi, come le grandi tempeste. E le pozze che si formano a seguito dei temporali sono l'habitat naturale per il moltiplicarsi delle uova della Aedes aegypti, cosi' chiamata perche' scoperta per la prima volta in Egitto, nel 1762.  Negli ultimi anni, ha contribuito all'aumento dei casi di Dengue nell'Europa Occidentale anche l'accresciuto numero di viaggi e spostamenti.

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''Grazie alla globalizzazione, persone e merci ormai circolano molto rapidamente - ha ricordato Lourenco - facilitando il contagio della malattia''.  Intanto Rio de Janeiro - che nel 2008 ha vissuto la sua peggiore epidemia di Dengue, con centinaia di migliaia di casi e oltre cento morti accertate - deve fare i conti anche con la recente scoperta di un'ulteriore varieta' dell'infezione, il sierotipo 4, contro il quale non avrebbe ancora sviluppato anticorpi praticamente la totalita' della popolazione. Il che rende ancor piu' temibile il rischio di un contagio.  Una sola zanzara Aedes puo' contagiare nel corso della sua vita (45 giorni circa) fino a 300 persone. La malattia, per la quale ancora non esistono vaccini, si manifesta con febbre alta, dolori muscolari, vomito. Sintomi che vengono spesso confusi con l'influenza, rendendo cosi' difficile una diagnosi immediata.  Per chi contrae la Dengue non esiste una terapia specifica: i medici prescrivono riposo e dieta a base di liquidi per evitare il pericolo di disidratazione sempre in agguato, oltre a un controllo frequente della pressione arteriale e delle piastrine nel sangue.

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