Un progetto di legge che dovrà comprendere voci importanti come medicina convenzionata, intramoenia, responsabilità professionale e farmaci. La riforma dell’articolo 8 del Decreto legge 502/92 avviata dall’ex ministro Fazio e proseguita, anche se in sordina, da Balduzzi rivoluziona il concetto di medicina di base e della sanità in genere, visto che è proprio la medicina generale la partenza per uno sviluppo del sistema sanitario in linea con le necessità di risparmio evidenziate dal nuovo Governo. Di intramoenia e responsabilità professionale abbiamo già ampiamente trattato: adesso tocca ai medici modificare il loro assetto professionale. Ecco come:
Organizzazione dei medici
E’ bene chiarire che si tratta di aggregazione e non di associazione che è cosa ben diversa. I medici dovranno, dunque, organizzarsi, come indicato dalle Regioni, in strutture monoprofessionali (Aggregazioni funzionali) o multi professionali (Uccp). Nel secondo caso potranno anche accedere a finanziamenti o budget ma senza per questo toccare il compenso del medico. L’obiettivo è migliorare l’assistenza territoriale grazie appunto all’associazione per perfezionare i percorsi assistenziali, valutare la qualità delle cure e applicare le linee guida. Inoltre i medici potranno anche essere referenti oppure coordinatori delle forme aggregative. Tuttavia se i medici convenzionati diventano direttore di distretto o ricevono altri incarichi temporanei ritenuti inconciliabili, saranno “sospesi” dalla convenzione.
Gli emolumenti
Addio alla classica quota capitaria per il medico di medicina generale; con la nuova norma il compenso sarà diviso tra una quota fissa e una quota variabile legata alla complessità assistenziale. Novità anche per gli specialisti ambulatoriali, che saranno pagati ad ora in base però alla complessità assistenziale.
Gli strumenti e l’informatica
Sia per le Uccp che per le Aggregazioni funzionali, la dotazione strutturale, strumentale e di servizi dovrà essere caricata sulle Regioni, che a loro volta potranno fornirli ai medici o in forma diretta o attraverso un riconoscimento economico. I medici dovranno obbligatoriamente aderire sia al Sis (Sistema informativo sanitario del Ssn), che ai sistemi informativi regionali, compresi gli aspetti relativi alla tessera sanitaria.
Copertura 24 ore
È il chiodo fisso di Balduzzi, ma lo era anche di Fazio: l’integrazione tra medici di medicina generale, pediatri e specialisti ambulatoriali porterà ad una copertura assistenziale H24, per sette giorni a settimana.
Lea
Arriverà entro l'estate una proposta di rimodulazione dei cosiddetti 'nuovi' Lea (Livelli essenziali di assistenza) da parte del ministero della Salute. "I nuovi Lea, che non sono mai diventati efficaci, non sono piu' tanto nuovi - ha spiegato il ministro Balduzzi - per questo mi riservo di fare una proposta nel corso dell'estate proprio in questa direzione". Tra gli obiettivi, ha aggiunto Balduzzi, quello di fare uno sforzo per "rendere più cogenti alcune indicazioni di appropriatezza, come quelle che vengono normalmente individuate per quanto riguarda le prestazioni di diagnostica strumentale". Le attività dei medici convenzionati saranno riferite ai Lea, ma anche ai Lea aggiuntivi introdotti da alcune Regioni, che dovranno però farsi carico della copertura economica.
La scelta del cittadino
Il cittadino avrà la libera scelta del proprio medico di famiglia e del pediatra e potrà cambiarlo senza difficoltà: i massimali (assistiti per medico) saranno stabiliti dalle regioni, ma con criteri nazionali.
Libera professione
Il medico in convenzione dovrà comunicare all’azienda sanitaria locale l’avvio dell’attività in libera professione precisando anche sede e orario di svolgimento.
Chi potrà accedere e come. I sindacati
L’accesso al ruolo unico di medico di medicina generale e di pediatria di libera potrà effettuarsi con una graduatoria unica per titoli predisposta annualmente in base ad accordi regionali. Lo specialista ambulatoriale (medico, odontoiatra, biologo, chimico, psicologo, medico veterinario) dovrà sottostare a graduatorie provinciali con accesso consentito solo se in possesso del titolo di specializzazione. Potranno sedere al tavolo di contrattazione con la Sisac per la nuova Convenzione le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative, valutate sia sotto il profilo numerico che in base alla loro diffusione a livello nazionale.
Sumai-Assoprof
“La bozza di riforma contiene certamente modifiche importanti che vanno nella giusta direzione, quella che mira al rafforzamento del sistema delle cure territoriali. E questo è un bene, anche se non vorremmo essere di fronte, per l’ennesima volta, a una proposta destinata poi nel tempo a scomparire”. Lo afferma il segretario nazionale del Sumai-Assoprof, Roberto Lala: “Il potenziamento del sistema delle cure territoriali e l’integrazione tra i professionisti che vi operano è fondamentale – specifica Lala – e lo diciamo da anni. È per questa ragione che il nostro auspicio è quello di non trovarci di fronte all’ennesima proposta destinata a cadere nel dimenticatoio, anche perché mai come necessario riformare la sanità sul territorio al fine di rendere un’assistenza e un servizio migliore ai cittadini”.
Smi
Non piace allo Smi l’assenza del passaggio alla dipendenza per i medici del 118 e la rigidità sull’obbligo di adesione alle forme organizzative. Mentre il sindacato giudica positivi i contenuti sul ruolo e l’accesso unico alla professione e le indicazioni sull’integrazione territoriale. “Se confermati i contenuti della bozza pubblicata – ha detto Maria Paola Volponi, responsabile nazionale medicina generale dello Smi – presentano vari elementi di criticità. Il testo è un passo indietro rispetto ai documenti condivisi nelle varie riunioni ministeriali: sembra di essere ritornati alle conclusioni raggiunte con il ministro Fazio, che seppure in parte condivisibili, erano state superate da ulteriori incontri in questi ultimi mesi”. Soprattutto, ricorda inoltre Volponi, lo Smi, aveva avanzato molte proposte che sembravano condivise e che in questo documento non appaiono, per esempio, il passaggio alla dipendenza dei medici del 118, il tempo pieno nell’area. “Sono positivi – ha spiegato – i passaggi relativi al ruolo e accesso unico alla professione, così come quello sull’integrazione territoriale. Non condivisibile invece la rigidità sull’obbligo di partecipazione alle aggregazioni funzionali o strutturali e l’indeterminatezza della ristrutturazione del compenso. E chiaramente, vogliamo ribadirlo, il nodo del passaggio a dipendenza del 118”. Lo Smi chiede quindi al Ministro chiarimenti sul testo e la convocazione di una riunione con i sindacati del settore.
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