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Aids, scoperto il meccanismo che potenzia le cure. La fine della pandemia è vicina

Infettivologia Redazione DottNet | 23/07/2012 19:20

I virus e altri 'parassiti genetici', come quello dell'Aids, sono in grado di nascondersi nel nostro Dna. Quando le cellule infettate se ne accorgono si 'disattivano', ma continuano a covare dentro di loro la malattia (nascondendola ai farmaci), che puo' riemergere in qualsiasi momento. Il meccanismo per aggirare questo problema e' appena stato scoperto dai ricercatori dell'Ospedale e dell'Universita' Vita-Salute San Raffaele di Milano, con uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Pnas.

Alcuni virus, come quello dell'Aids (ma anche quelli che vengono utilizzati in laboratorio per la terapia genica) riescono a riprodursi 'iniettando' il proprio Dna in quello della cellula che infettano; per difendersi, le cellule hanno un meccanismo di 'disattivazione' utile a contenere l'infezione: il problema pero' e' che, 'spegnendosi', di fatto nascondono il virus alle cure, e la malattia rimane latente. Lo studio del San Raffaele, spiegano gli autori della scoperta, ha permesso di ''disegnare una possibile strategia per affrontare questo grave problema'': i ricercatori hanno scoperto che disattivando un particolare enzima (Hdac4) si 'riaccendono' i virus che la cellula aveva bloccato. E dato che esistono gia' farmaci capaci di bloccare questo enzima, ''essi potrebbero essere ulteriormente sviluppati per protocolli sperimentali finalizzati alla cura, ovvero dell'eradicazione, dell'Hiv'', utilizzandoli in combinazione con le terapie antivirali.

''L'attuale terapia contro l'Hiv - ha spiegato Guido Poli, responsabile dell'Unita' di Immunopatogenesi dell'Aids - e' assai efficace nel controllare e bloccare la diffusione del virus attivato, ma non riesce a riconoscere ed eliminare le cellule infettate in cui il virus e' temporaneamente spento. Quindi non e' possibile arrivare a una vera guarigione, perche' il virus latente puo' sempre riattivarsi a seguito della sospensione della terapia, come in effetti avviene nella maggioranza dei pazienti''. Questa scoperta, conclude Maria Vittoria Schiaffino, genetista e biologa cellulare, ''ha una potenziale ricaduta importante anche per la terapia genica, perche' l'utilizzo di farmaci che inibiscono l'enzima potrebbe evitare che le cellule spengano i vettori virali utilizzati a scopo curativo, aumentandone cosi' l'efficacia a lungo temine''.

La fine della pandemia è possibile

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La fine della pandemia Aids e' possibile ma a questo scopo e' necessario un impegno enorme e globale: a prometterlo e sollecitarlo al tempo stesso e' Anthony Fauci,direttore dell'Istituto nazionale Usa per le malattie infettive e top esperto mondiale della sindrome da immunodeficenza acquisita. Di fronte alla platea attentissima di scienziati ed attivisti convenuti ad Washington per la XIX Conferenza mondiale sull'aids, Fauci ha scandito: "Siamo ora finalmente su di un terreno scientifco tanto solido da parmetterci di affermare che saremo in grado di mettere la parola fine alla pandemia dell'Aids. Ma cio' non riuscira' senza un enorme e globale impegno.Chiudere con l'epidemia causata dal virus Hiv e' una sfida immensa e dalle molte facce, ma ora sappiamo che puo' essere fatto".  Fauci ha ripercorso le tappe vittoriose della scoperta dei farmaci antivirali he mantengono il carico virale nel sangue dei pazienti sotto controllo e la recente approvazione dele pillole per la profilassi, ma ha sottolineato la necessita' di "implementare la diffusione dei trattamenti e della prevenzione". "Questo - ha tuonato lo scienziato - richiedera' non solo il continuo flusso di investimenti da parte dei donatori correnti ma l'aggiunta di nuovi partner e organizzazioni e paesi donatori".

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