Tre tipologie di ospedali in base all'utenza all'intensita' delle cure, con soglie minime per volumi ed esiti delle prestazioni (con riferimento dal programma esiti dell'Agenas), rapporto tra personale amministrativo e sanitario che non potra' superare il 7%. Sono alcune delle indicazioni contenute nello schema di regolamento messo a punto dal ministero della Salute (clicca qui per scaricare il documento completo inviatoci dal ministero della Salute) di concerto con l'Economia che individua i nuovi standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi per la revisione della rete di assistenza ospedaliera in attuazione della spending review.
Il documento, anticipato dal Sole 24 Ore sanita', e' ora all'attenzione delle Regioni che lo dovranno vagliare con l'obiettivo di arrivare a un'intesa, fermo restando il termine fissato dalla legge al 31 dicembre per operare la riduzione dei posti letto. Lo schema di decreto, secondo le sue stesse premesse, punta a garantire livelli omogenei di assistenza ospedaliera in tutta Italia, sia in termini di adeguatezza delle strutture che in termini di risorse umane impiegate in rapporto ai pazienti assistiti e al livello di complessita' della struttura. In primis si individuano i meccanismi per la riduzione dei posti letto a 3,7 per mille abitanti (con lo 0,7 per lungodegenza e riabilitazione e almeno il 50% di tagli negli ospedali pubblici da ottenere con la soppressione di unita' operative complesse, e relativi primariati) e un tasso di 160 ricoveri per mille abitanti. Riduzione che dovra' tenere conto, ad esempio, anche della durata media dei ricoveri, mentre la popolazione di riferimento sara' quella usata per il riparto del Fondo sanitario nazionale, tenendo conto tra l'altro anche della mobilita' attiva e passiva. Ma il documento fissa anche i paletti per la completa revisione dell'organizzazione ospedaliera, individuando tre livelli per le strutture ospedaliere (presidi di base, presidi di primo livello e di secondo livello, con standard specifici per l'alta specialita') in base al bacino di utenti e alla presenza di diversi tipi di specialita'. Ma anche fissando standard per le reti ospedaliere, per quella dell'emergenza-urgenza, per la continuita' ospedale-territorio e per la chirurgia ambulatoriale. Oltre a prevedere l'accreditamento delle strutture ospedaliere private una soglia minima di 80 posti letto. Vediamo la sintesi - di qs - del documento:
Le strutture ospedaliere
Il regolamento stabilisce tre tipologie di strutture ospedaliere in ordine di complessità:
- I presidi di base: bacino d’utenza compreso tra 80.000 e 150.000 abitanti. Sono dotate di Pronto Soccorso con la presenza di un numero limitato di specialità con servizio di supporto in rete di guardia attiva
- I presidi di I livello: bacino d’utenza tra 150.000 e 300.000 abitanti. Sono sede di DEA di I° livello. Sono strutture che sono dotate di un notevole numero di specialità con servizio medico di guardia attiva. Devono essere presenti o disponibili in rete h 24 servizi di radiologia con Tac ed ecografia, laboratorio, servizio immunotrasfusionale.
- I presidi di II livello: bacino d’utenza tra 600.000 e 1.200.000 abitanti. Sono dotate di strutture di DEA di II° livello. Questi presidi sono riferibili alle Aziende ospedaliere, ospedaliero universitarie, a taluni IRCCS. I presidi in questione possiedono tutte le caratteristiche di quelli di I° livello ma in più sono dotate di strutture che sono in grado di affrontare discipline e patologie più complesse. Nelle regioni con meno di 600.000 abitanti l’attivazione o la conferma della presenza di presidi di II° livello è subordinata alla stipula di un accordo interregionale con le regioni confinanti entro il 30 giugno 2013.
Ospedali privati: soglia minima di accreditamento a 80 posti letto
Per l’accreditamento delle strutture ospedaliere private è prevista una soglia minima di 80 posti letto.
Gli standard minimi e massimi delle strutture per singola disciplina
Lo schema definisce con quali modalità sarà possibile rientrare negli standard fissati dalla legge (3,7 p.l. x 1.000 abitanti) e tasso di ospedalizzazione a 160 x 1.000 abitanti. Innanzitutto gli standard sono conseguibili intervenendo sull’indice di occupazione posto/letto che deve attestarsi su valori del 90% e sulla durata media della degenza per i ricoveri ordinari che dev’essere inferiore a 7 giorni. Attraverso una tabella (vedi documento: clicca qui per scaricare il testo completo) sono stati definiti sulla base delle Regioni con le migliori performance i tassi di ospedalizzazione attesi per disciplina e i bacini d’utenza. E sulla base di questi tassi dovranno essere individuate le strutture di degenze e dei servizi che costituiranno la rete ospedaliera. Lo schema definisce poi anche il percorso di applicazione: identificazione del fabbisogno di prestazioni ospedaliere; calcolo del numero corrispondente di posti letto pubblici e privati; disegno della rete ospedaliera pubblica e privata.
L’introduzione di una soglia di volumi minimi comporterà anche una riduzione per le strutture complesse chirurgiche. Per le Regioni in piano di rientro la riduzione sarà del 25% mentre per le atre sarà del 10%.
Riorganizzazione
Elementi determinanti (grande novità del documento) al fine della riorganizzazione della rete ospedaliera sono i volumi di attività per specifici processi e l’appropriatezza dei ricoveri e delle prestazioni. Le misure e le stime di riferimento sono quelle del PNE Agenas. Entro 6 mesi dall’emanazione del regolamento varranno definiti i valori soglia per volumi di attività specifici, correlati agli esiti migliori, e soglie per rischi di esito, da parte di una commissione composta da Ministero della Salute, Agenas, Regioni e P.A..
In ogni caso il regolamento identifica per il triennio 2013-2015 (vedi testo) alcune soglie minime di volume di attività (ad esempio minimo 100 casi annui di infarti o minimo 150 interventi di bypass) e le soglie di rischio esito (ad esempio minimo 60% di interventi chirurgici per femore su over 65 entro 48 ore).
Sulla base di questi criteri le Regioni e P.P.A.A. dovranno attuare le procedure di riconversione a di accreditamento della rete ospedaliera.
Standard di qualità
Il regolamento evidenzia la necessità di promuovere e attivare standard organizzativi secondo il modello di clinical governance al fine di garantire un’assistenza centrata sui bisogni delle persone. Entro 6 mesi dall’emanazione del regolamento dovranno essere fissate le linee d’indirizzo entro cui le strutture ospedaliere declinano le dimensioni della clinical governance.
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