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Remunerazione, prove di dialogo tra il ministro Balduzzi, Federfarma e Assofarm

Farmacia Redazione DottNet | 29/01/2013 08:25

Non c'è alcun problema a ragionare ancora» sulla nuova remunerazione di farmacie e grossisti. Arrivano dichiarazioni concilianti dal ministro Balduzzi a 24 ore dall'invio alle Regioni dello schema (clicca qui per scaricare il documento del ministero della Salute) su due fasce messo a punto dai tecnici della Salute. Ospite d'onore del convegno organizzato  da Assofarm (l'associazione delle farmacie pubbliche).

 «Se la proposta del Ministero dovesse passare» ha detto a chiare lettere il presidente di Assofarm, Venanzio Gizzi «per la farmacia sarebbe la fine, ineluttabile». «Ciò di cui abbiamo bisogno» ha aggiunto la presidente di Federfarma, Annarosa Racca «è una riforma della remunerazione che dia stabilità alle farmacie e getti le basi per il ritorno nel canale dei farmaci ad alto costo, come faceva l'accordo firmato con l'Aifa il 16 ottobre che per noi rimane il riferimento. Lo schema del Ministero, invece, lascia senza tutele le piccole farmacie e non sgancia i fatturati dalla discesa dei prezzi». Ed ecco allora l'invito a Balduzzi perché la proposta faccia dietrofront e prima di arrivare alle Regioni venga ridiscussa con le sigle della filiera. «Ministro» ha detto Annarosa Racca «ci ripensi. Ne va del destino del sistema farmacia». Nessuna chiusura da Balduzzi, che ha anche fatto capire di non aver voluto imprimere alcuna accelerazione al percorso della riforma. «Abbiamo inviato lo schema alle Regioni» ha detto «perché c'erano dei tempi tecnici che ci imponevano di farlo. Ma c'è tutto il tempo per ragionarci ancora: serviranno circa due mesi per far arrivare la proposta alle commissioni parlamentari (che dovrebbero dare l'ok finale, ndr) nessun problema a proseguire il confronto». Intanto le farmacie considerano la nuova bozza un passo indietro: per esempio l'extra margine dell'8% previsto dalla legge per i medicinali generici viene trasferito a vantaggio del Ssn e non entra più nella disponibilità di grossisti e farmacie.

Il secondo aspetto riguarda la quota stabilita in percentuale sul prezzo che si applicherebbe, nel caso di farmaci inseriti nella lista di riferimento, non sul prezzo al pubblico bensì sul prezzo di riferimento stesso, quindi c'è il capitolo della di stribuzione intermedia. I criteri di remunerazione formulati dal ministero restringono i meccanismi di concorrenza che hanno consentito alle farmacie di usufruire di migliori condizioni di cessione da parte dei distributori intermedi e perplessità genera anche il preciso riferimento alla percentuale di sforamento del tetto attribuita alle aziende produttrici (66,65% ovvero 58,65%). Infine nella formulazione delle modalità attraverso le quali le Asl debbono liquidare le farmacie si fa riferimento al prezzo ex factory incrementato dalle diverse quote riconosciute alle due categorie, riferimento non chiaro, secondo la nota di Federfarma, nel caso in cui si tratti di medicinali di fascia C erogati in regime di Ssn. Ultimo punto riguarda il fatturato di 258 mila euro che dà adito alle agevolazioni, per il quale non viene precisato che il medesimo si deve intendere relativo al solo fatturato Ssn. Tutti elementi che non rendono sufficienti le garanzie fornite sabato a B ologna dal ministro Balduzzi sulla possibilità di tenere aperto il confronto. Per questo l'Associazione dei titolari farà pervenire a tutte le istituzioni coinvolte un'ulteriore diffida a proseguire nell'attivazione delle procedure sussidiarie previste dalla normativa in caso di mancato accordo.

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