L’Enpam ancora nel mirino dei presidenti Omceo nazionali. Una richiesta di chiarimenti sull’annoso capitolo “derivati” è stata inviata da un gruppo di responsabili degli ordini locali al presidente della cassa dei medici, Alberto Oliveti. Nella missiva si chiedono riscontri sulle azioni avviate dall’Ente per difendere il patrimonio dei medici italiani e in particolare sugli investimenti in derivati.
Innanzitutto cerchiamo di capire che cosa sono i derivati e perchè sono considerati così rischiosi: sono contratti di finanza strutturata che permettono, almeno in origine, di assicurare il rischio assunto su altre operazioni. In pratica è una scommessa sulla scommessa. L'abuso ne ha fatto nel tempo strumenti molto rischiosi, una formidabile leva speculativa, capace di offrire guadagni insperati o di provocare enormi rovesci sui mercati planetari come si è visto con il caso Lehman Brothers. Pare che nel mondo ce ne siano talmente tanti che qualcuno parla di "bomba a orologeria. Da qui la protesta del giugno 2011, quando i cinque presidenti di ordine presentarono un esposto alla magistratura su un presunto buco di diverse centinaia di milioni di euro causato da investimenti in derivati. L’iniziativa diede il via ad una serie d’indagini che portarono anche alle dimissioni del presidente dell’epoca, Elio Parodi che fu indagato con l'ex consigliere esperto, Maurizio Dallocchio, l'ex dg Leonardo Zongoli e l'ex responsabile investimenti finanziari, Roberto Roseti. Secondo i pm, Parodi e gli altri indagati avevano aggirato le regole interne dell'Enpam, realizzando massicci investimenti in derivati (2,9 miliardi, pari all'88% del valore nominale» del portafoglio titoli, che ammonta a 3,3 miliardi), “omettendo di segnalare le caratteristiche e l'andamento dei titoli strutturati e inducendo in errore i componenti del cda che decidevano l'acquisto dei titoli, le successive ristrutturazioni dei medesimi, nonché il pagamento di onerose commissioni a consulenti e intermediari”. I magistrati, tuttavia, puntarono le loro attenzioni proprio su Dallocchio, ritenuto la mente finanziaria del gruppo che avrebbe gestito gli investimenti dell’ente in particolare nella Dgpa Capital, una società di cui Dallocchio detiene il 25 %, insieme ad altri tre suoi colleghi universitari.
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Se il medico o l’odontoiatra dipendente, a 65 anni di età, ha raggiunto il diritto alla pensione (cioè ha 42 anni e 10 mesi di anzianità contributiva più tre mesi di finestra se uomo e 41 anni e 10 mesi se donna), deve essere collocato a riposo
Quando ad essere accentrati sono periodi contributivi particolarmente lunghi, il costo può diventare importante e divenire un deterrente spesso insuperabile
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