Sono diventate ufficiali, con la pubblicazione sulla Gazzetta (clicca qui per scaricare il documento completo), le nuove tariffe massime di riferimento per la remunerazione delle prestazioni di assistenza ospedaliera per acuti, di assistenza ospedaliera di riabilitazione e di lungodegenza post acuzie e di assistenza specialistica ambulatoriale, come previsto dal decreto del ministero della Salute e di quello dell’Economia. Il testo, dopo la mancata intesa di fine settembre con le Regioni, ha ottenuto, decorsi trenta giorni, il via libera da parte del Governo e dalla Corte dei Conti.
La prima cosa che balza all’occhio è il risparmio, nell’ordine dei 239 milioni di euro, legato alla diminuzione dei Drg ospedalieri per i ricoveri per acuti (- 200 mln circa). Tuttavia aumentano le tariffe per i ricoveri ordinari di riabilitazione (+1,6% pari a 23,9 mln) e per i ricoveri di lungodegenza (+10,5%, pari a 25 mln di euro). In crescita anche le tariffe per la specialistica ambulatoriale anche se, senza considerare lo sconto previsto dalla Legge Finanziaria del 2007 a carico del privato accreditato pari al 2% sulle prestazioni specialistiche e del 20% per la diagnostica di laboratorio, esse sarebbero in calo. Tra le riduzione calcolato anche quello dovuto alla perdita di gettito (-19,8 mln) del ticket per la specialistica. Da ciò deriva un onere nell’ordine di 13,3 mln di euro. Per valutare le tariffe ospedaliere si è tenuto conto dei dati forniti da un gruppo di 41 ospedali, pubblici e privati di tre classi di dimensione (121-350, 351-600 e oltre 600 posti letto) provenienti da Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Liguria, Umbria, Puglia e Sicilia. In particolare si è tenuto conto anche di vari fattori come il livello di complessità e di severità della casistica trattata nelle strutture incluse nello studio; l’esigenza di ridurre i ricoveri ospedalieri come previsto dal Patto della Salute 2010-2012 e dall’esigenza di garantire il rispetto del vincolo di bilancio. Diverso il discorso per l’assistenza specialistica: in questo caso la rimodulazione delle tariffe ha seguito un unico criterio, ovvero quello di abbassare le tariffe per le prestazioni che vengono effettuate attraverso l’ausilio di macchinari e di alzarle, invece, per tutti quegli interventi in cui la componente umana è preponderante.
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