Canali Minisiti ECM

Alcuni antidepressivi possono provocare aritmie

Farmaci Redazione DottNet | 04/02/2013 17:13

Rischio aritmie per i pazienti che assumono alcuni antidepressivi, specie in alte dosi. E' quanto emerge da un maxistudio su oltre 38.000 pazienti in cura con vari antidepressivi, condotto da un team del Massachusetts General Hospital (MGH) di Boston e pubblicato sul British Medical Journal. Lo studio prende le mosse da precedenti analisi svolte dalla Food and Drug Administration (FDA) che avevano appunto gettato il sospetto del legame tra certi antidepressivi e il rischio aritmie. 

Gli esperti hanno passato in rassegna le reazioni avverse registrate per pazienti in cura con certi antidepressivi e, per confronto, con metadone che e' noto per dare aritmie. E' cosi' emerso che molti antidepressivi, specie se in alte dosi, aumentano il rischio di una rara aritmia, la sindrome da torsades de pointes (TdP), conosciuta anche come sindrome del complesso Q-T allungato (LQTS), che e' una grave forma di tachicardia ventricolare, potenzialmente fatale. Tra questi il farmaco che era gia' 'sotto la lente' dell'FDA, citalopram (nome del principio attivo).

La TdP e' di per se' molto rara mentre si presenta piu' spesso come complicanza di alcune terapie farmacologiche. Associati al prolungamento del QT anche gli antidepressivi di vecchia generazione (Amitriptilina) e tra i nuovi l'escitalopram la fluoxetina, la paroxetina e altri.  Questi risultati non devono pero' portare all'abbandono terapeutico, sottolineano con forza gli autori, ma i pazienti devono consultare il proprio medico e, qualora ve ne fosse motivo, sara' lui a sostituire il farmaco con un altro.

 

Commenti

I Correlati

Via libera da Aifa, riduce i sintomi intestinali senza l'uso di steroidi

Lo studio sperimentale di fase III è stata la più ampia sperimentazione sulla fibrosi polmonare idiopatica (IPF) ad oggi mai condotta, in corso presso circa 400 centri e in oltre 30 Paesi

Lo rivela la prima analisi globale sull'argomento pubblicata sulla rivista The Lancet e condotta dal Global Research on Antimicrobial Resistance (Gram) Project

La dose giornaliera del farmaco contro il diabete ha preservato la cognizione e ritardato il declino di alcuni tessuti

Ti potrebbero interessare

Via libera da Aifa, riduce i sintomi intestinali senza l'uso di steroidi

Lo studio sperimentale di fase III è stata la più ampia sperimentazione sulla fibrosi polmonare idiopatica (IPF) ad oggi mai condotta, in corso presso circa 400 centri e in oltre 30 Paesi

Lo rivela la prima analisi globale sull'argomento pubblicata sulla rivista The Lancet e condotta dal Global Research on Antimicrobial Resistance (Gram) Project

La dose giornaliera del farmaco contro il diabete ha preservato la cognizione e ritardato il declino di alcuni tessuti

Ultime News

Più letti