Privilegiare la salute e la centralita' di ogni singolo paziente con un approccio 'personalizzato' alla terapia, contro una visione ''puramente economicistica'', soprattutto in questo momento di generalizzata crisi economica. Perche' il rischio e' che la crisi porti, appunto, ad uno 'stop' alle cure migliori. E' questo il messaggio che arriva dai pazienti emofilici e che verra' ribadito con forza al Congresso dell'Associazione europea per l'emofilia (Eahad) che si apre oggi a Varsavia, e che vede la partecipazione di esperti provenienti da tutto il mondo. ''In questo momento di crisi economica - afferma il segretario generale della Federazione delle associazioni emofilici (Fedemo), Romano Arcieri - siamo molto preoccupati: ci sono infatti 'segnali' di tagli che potrebbero essere a carico dei servizi o verso la riduzione dell'accessibilita' ai farmaci, e alcune Regioni stanno gia' mettendo dei paletti''. Il timore delle associazioni di pazienti e' quindi chiaro: ''Il rischio - chiarisce Arcieri - e' che alcuni importanti trattamenti contro, ad esempio, le complicanze della malattia e con costo piu' elevato possano essere sottoposti solo ad una valutazione economicistica, con l'amministratore di turno che potrebbe 'spingere' per la prescrizione dei soli farmaci meno costosi con una modifica delle indicazioni per la terapia data al singolo paziente''. In questo modo, ''verrebbe a mancare la possibilita' di accesso ai farmaci migliori e piu' idonei rispetto alle esigenze del paziente''. Un paradosso, anche perche', alla fine, rileva l'esperto, ''somministrare il farmaco piu' giusto per quel singolo paziente si rivela un risparmio per il Servizio sanitario nazionale in termini di complicanze evitate, tenuto conto che il trattamento per un emofilico con complicanze puo' costare anche un milione di euro l'anno''. Insomma, affermano i pazienti, ''i nuovi farmaci hanno portato ad un incredibile miglioramento dell'aspettativa di vita degli emofilici, che oggi e' pari a quella della popolazione sana, e non vorremmo si facessero dei passi indietro rispetto ai risultati ottenuti''. Da qui l'importanza dei trattamenti 'personalizzati': ''La risposta ai farmaci puo' infatti essere diversa da paziente a paziente e un approccio 'a misura di malato' - sottolinea Arcieri - consentirebbe di garantire la massima efficacia e, di conseguenza, una riduzione dei costi delle cure. Tale approccio pero' e' ancora poco seguito, perche' e' piu' semplice pensare ad una efficacia generalizzata dei farmaci e soprattutto perche' i risparmi delle cure personalizzate si vedrebbero solo sul lungo termine''. Tanti, insomma, i 'nodi' da affrontare, partendo pero' da una premessa fondamentale: ''E' necessario considerare anche il punto di vista dei pazienti, condividendo le scelte. Per questo - conclude Arcieri - chiediamo di non essere dimenticati e di essere interpellati, al momento opportuno, da Regioni e decisori politici''.
I tagli della sanità. Sanita' sempre piu' strozzata da tagli e risparmi. Le misure di revisione della spesa pubblica, che sulla carta dovrebbero far risparmiare diversi miliardi al Servizio sanitario nazionale, per il momento stanno mettendo a dura prova il sistema. Dal taglio dell'acqua per i ricoverati alla somministrazione di farmaci con il contagocce; dalla carenza di protesi a quella di garze o aghi, cominciano a vedersi i primi effetti - negativi - della spending review. E' il quadro che emerge dalle testimonianze di medici e associazioni di cittadini raccolte, da Nord a Sud del Paese. Perche' sono proprio loro, i camici bianchi e i pazienti, i primi a pagare il conto della spending review, legge che impone alle Asl di tagliare del 5% i contratti di fornitura che vanno dai servizi di lavanderia e mensa a dispositivi medici di alto valore tecnologico come stent o protesi. "La spending review? Si fa sentire eccome", spiega un medico del Cardarelli di Napoli. "Nel mio ospedale, ad esempio, mancano i guanti per l'incisione della tiroide, gli stick per la glicemia e anche alcune classi di farmaci. C'e' poi una carenza cronica di protesi. E scarseggiano pure i ferri per gli interventi di chirurgia per gli obesi". Ma i problemi a Napoli non riguardano solo il Cardarelli. A inizio gennaio, all'ospedale San Giovanni Bosco sono addirittura mancate le garze. Questo ha spinto la direzione a stoppare gli interventi chirurgici, a eccezione di quelli d'urgenza. Il direttore del Dipartimento assistenza ospedaliera dell'Asl Napoli 1, Rosario Lanzetta, ha poi spiegato che il disagio si e' verificato per una "lungaggine" della gara di acquisto legata alla definizione dei quantitativi di queste speciali garze, usate nel corso degli interventi. Il caso ha comunque dell'incredibile. Nel vicino Lazio le cose non vanno meglio: "Nei nostri ospedali - sottolinea un cardiologo del San Camillo di Roma - gli acquisti si fanno sempre piu' con il contagocce. Spesso non riusciamo a far fronte alle liste d'attesa. Le criticita' si registrano soprattutto nell'approvvigionamento dei farmaci piu' costosi: biologici e chemioterapici. C'e' poi una criticita' cronica di alcuni materiali, come cateteri e protesi.
Più formazione per vincere sfida arresto cardiaco improvviso
I vaccini sono adattati alla variante JN.1. Possibile la co-somministrazione dei nuovi vaccini aggiornati con altri
Bellantone: "la sicurezza dell’assistito è un pilastro fondamentale della qualità delle cure ed è un diritto inalienabile di ogni persona"
"Uso corretto delle risorse non avviene in tutte le regioni"
Più formazione per vincere sfida arresto cardiaco improvviso
I vaccini sono adattati alla variante JN.1. Possibile la co-somministrazione dei nuovi vaccini aggiornati con altri
Bellantone: "la sicurezza dell’assistito è un pilastro fondamentale della qualità delle cure ed è un diritto inalienabile di ogni persona"
"Uso corretto delle risorse non avviene in tutte le regioni"
Commenti