Nuova centralita' del ministero della Salute che deve essere piu' forte e meno 'vittima' dell'Economia. Passando per una revisione del titolo V della Costituzione, soprattutto sulle materie 'concorrenti' come la sanita'. Qualunque sara' l'esito del voto, le forze politiche chiamate a un confronto sul futuro del Servizio sanitario nazionale dai sindacati dei medici, pur con sfumature diverse hanno concordato sulla necessita' di dare piu' potere decisionale e di controllo al ministero, ''responsabilizzando'' di piu' le Regioni, come ha sostenuto Renato Balduzzi, o riportando del tutto allo Stato le competenze in materia di sanita' come ha sostenuto il Pdl, rappresentato da Lucio Barani (attuale capogruppo in commissione Affari sociali alla Camera e in lizza per il centrodestra).
Riforma del Titolo V, cure territoriali, responsabilità professionale, governance del sistema, aziendalizzazione, valorizzazione professionale, precariato, appropriatezza delle cure formazione e non solo sono stati i temi proposti dai medici. Su 'piu' ministero meno regioni' si e' registrata, nelle quasi tre ore di dibattito, anche la convergenza di Rivoluzione Civile: ''L'autonomia va lasciata solo alle Regioni che se lo meritano'' ha detto Antonio Palagiano, attuale presidente della commissione Errori sanitari. Mentre per Amedeo Bianco, candidato al Senato nelle file del Pd e presidente della federazione degli ordini dei medici (Fnomceo), da un lato ''il ministero della Salute non deve piu' essere ''una specie di sottosegretariato dell'Economia'', e anzi servirebbe una ''cabina di regia con Iss, Agenas e Aifa per lavorare sulla qualita' dei servizi e sull'appropriatezza''.
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