"Il farmacista italiano è pronto a svolgere un ruolo più ampio" nell'assistenza ai cittadini. Lo afferma la Fofi (Federazione Ordini farmacisti italiani), dopo il successo della sperimentazione, da parte di 80 farmacisti nelle province di Treviso, Pistoia, Torino e Brescia, di una delle principali prestazioni avanzate offerte dalle farmacie inglesi: il Mur (Medicine use review), una sorta di intervista con cui il farmacista valuta e prova a migliorare tra i pazienti la conoscenza dei farmaci assunti, vigilando su eventuali reazioni avverse, casi di mancata aderenza alle prescrizioni del medico, e quindi possibili sprechi.
La prima fase della sperimentazione, riferisce la Fofi in una nota, "si è chiusa con risultati più che lusinghieri" che vengono presentati proprio in questi giorni a Berlino alla Conferenza mondiale 2013 del Pharmaceutical Care Network Europe. Lo studio, condotto dalla Medway School of Pharmacy dell'università del Kent con il patrocinio della Fofi, si è svolto dal 1 ottobre 2012 al 31 gennaio scorso. E' stato completato da 74 farmacisti che complessivamente hanno intervistato 898 pazienti con asma bronchiale, raccogliendo dati su: caratteristiche demografiche dei pazienti e medicinali prescritti; conoscenza dei farmaci e aderenza alla terapia dei pazienti; problemi nell'uso dei medicinali rilevati dai farmacisti; indicazioni fornite ai pazienti, comprese quelle relative allo stile di vita; segnalazioni rivolte dal farmacista al medico curante; percezione dei farmacisti della prestazione che hanno erogato."E' la prima sperimentazione di questo tipo mai condotta in Italia" e riguarda "un'attività specifica del farmacista quale esperto del farmaco, non di uno sconfinamento nelle competenze del medico", precisa la Fofi. "Siamo molto soddisfatti per i risultati che abbiamo ottenuto - commenta Andrea Manfrin, docente della Medway School of Pharmacy, coordinatore dei team che hanno fornito il servizio Mur - Non è eccessivo dire che con questo studio comincia in Italia l''evidence based pharmacy', cioè la pratica professionale del farmacista basata sull'evidenza". Secondo Manfrin "sono almeno due le acquisizioni importanti di questo studio: la prima è la dimostrazione che anche in Italia si può applicare questa modalità di intervento sul piano tecnico, la seconda è che sia i cittadini sia i medici sono interessati a questi servizi. Non si dimentichi, infatti, che il progetto si è svolto con la piena collaborazione sia dei medici di famiglia sia delle Asl del territorio". Oltre che, per ciascuna delle quattro province coinvolte, dell'Ordine dei farmacisti e dell'Associazione titolari. Nel caso di Torino e Treviso, infine, hanno contribuito anche le Facoltà di farmacia del capoluogo piemontese e di Padova."Abbiamo patrocinato lo studio pilota nella certezza che avremmo potuto dimostrare concretamente che la farmacia italiana non solo deve svolgere un ruolo importante nell'assistenza territoriale, ma ha le capacità tecniche per farlo", dichiara Andrea Mandelli, presidente della Fofi. "Il nuovo Governo - aggiunge Mandelli, candidato Pdl al Senato in Lombardia - si troverà di fronte la necessità ormai ineludibile di riformare l'assistenza sul territorio e, con essa, il servizio farmaceutico. Ma è altrettanto indifferibile anche un cambiamento di passo nell'affrontare questi temi, passando dalle concezioni ideologiche all'analisi dei fatti e dei dati scientifici: è a partire da quelli che, sull'opera del farmacista, abbiamo prodotto ora e continueremo a produrre. Abbiamo sempre sostenuto che il farmacista da sempre svolge un ruolo fondamentale nell'assistenza al cittadino e che il suo ruolo deve essere ampliato in funzione dei bisogni della società italiana: di fronte alle evidenze scientifiche sta alla politica valorizzare queste potenzialità".
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