Per caratterizzare i fenotipi clinici dell’asma severa, presso il Servizio di Pneumologia del Hospital do Servidor Público Estadual di San Paolo, sono stati valutati 111 pazienti retrospettivamente. E’ stato applicato un protocollo sistematico per valutazione e follow-up dei pazienti. In base ai dati clinici e funzionali raccolti, sono stati definiti la compliance al trattamento da parte dei pazienti ed il livello di controllo della malattia raggiunto alla fine del follow-up. I pazienti con caratteristiche non rispondenti ai criteri per il controllo dell’asma dopo 6 mesi, malgrado una buona compliance al trattamento ed un corretto uso della terapia farmacologia, sono stati classificati come resistenti al trattamento.
I fenotipi sono stati determinati sulla base di analisi fattoriali e confrontati usando vari tests. Alla fine del follow-up, 88 pazienti avevano mostrato buona compliance al trattamento e 23 no.
L’analisi fattoriale dei pazienti con buona compliance ha evidenziato 4 fenotipi:
fenotipo 1 (28 pazienti) comprendente i pazienti resistenti al trattamento, con frequenti sintomi notturni ed esacerbazioni e che più spesso ricorrevano all’uso di broncodilatatori;
fenotipo 2 (48 pazienti) comprendente pazienti con persistente flusso limitato delle vie aeree, più basso rapporto di volume di forza espiratoria in un secondo/capacità vitale forzata, età più avanzata e più lunga durata dei sintomi;
fenotipo 3 (42 pazienti) comprendente pazienti con rinosinusite allergica, non fumatori e con predominante ostruzione reversibile delle vie aeree;
fenotipo 4 (15 pazienti) comprendente casi con storia di intolleranza ad acido acetilsalicilico associata ad asma fatale.
Esame analizza 32 proteine ed è in grado di predire chi ha più probabilità di aver bisogno di cure o di morire per queste patologie
Lo rivela un ampio studio presentato al Congresso della European Respiratory Society (ERS) a Vienna da Anne Vejen Hansen dell'Ospedale Universitario di Copenaghen
I pazienti che hanno ricevuto un trattamento diretto dallo pneumologo hanno avuto un minore utilizzo successivo dell'assistenza sanitaria per malattie respiratorie rispetto a quelli che hanno ricevuto cure abituali
Lo ha accertato uno studio internazionale in collaborazione fra l'Università francese Paris-Saclay, e quelle di Padova, Napoli Federico II e altri atenei stranieri
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