Cure palliative e dolore cronico sono una spina per i medici e per le strutture. C’è tuttavia una bozza di accordo (clicca qui per scaricare il documento completo) che sancisce i requisiti minimi in termini di conoscenza, competenza e abilità che le figure professionali devono possedere per poter svolgere l'attività di cura nelle strutture sanitarie pubbliche e private e nelle organizzazioni professionali senza scopo di lucro (clicca qui per vedere la video intervista al prof. CEsare Bonezzi, esperto del ministero della Salute).
Tra queste la capacità d’individuare e riconoscere il malato oncologico e non per assisterlo nella fase terminale della sua vita. E ancora sapere presentare ai pazienti e ai sui familiari le finalità dell’assistenza domiciliare o del ricovero in Hospice per prestare le cure palliative e quindi sapere gestire anche dilemmi etici che si presentano nella cura dei malati in fase terminale. Il Provvedimento mette sotto la lente tutti i professionisti coinvolti nella rete assistenziale delle cure palliative: dai medici esperti in cure palliative per adulti e bambini, ai medici di medicina generale, dagli infermieri, agli psicologi, ai fisioterapisti fino agli assistenti sociali, agli operatori socio sanitari, ai terapisti occupazionali e ai dietisti.
Vergallo: “in gran parte delle Aziende ed Enti è stato in parte o in toto disattesa la norma sulla defiscalizzazione delle prestazioni aggiuntive prevista dalla Legge 107/2024"
Al congresso Acd: "Cruciale la presa in carico del paziente cronico ma pochi specialisti"
A Torino oltre 600 specialisti in anestesia e rianimazione al congresso nazionale dell'Area culturale emergenza Ace
Alla Conferenza HIMSS[1] 2024, uno Showcase sull’ interoperabilità dimostra come SDC può ottimizzare i processi e creare un ambiente favorevole al recupero del paziente
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