Salvatore, 39 anni, e Sofia, di soli tre anni, entrambi affetti da gravi patologie degenerative, potranno continuare a curarsi con le cellule staminali. Per la piccola, la rassicurazione e' arrivata dal ministro della Salute Renato Balduzzi, mentre per Salvatore la decisione e' stata presa dal giudice di Torino. Sofia potra' dunque continuare le cure con le staminali e il ministro - che ha incontrato i genitori della bambina - sta cercando le soluzioni possibili, a fronte della mancanza di prove scientifiche sulla validita' del protocollo messo a punto da Davide Vannoni della Fondazione Stamina, applicato alla piccola con una prima infusione di cellule a Brescia nel 2012.
Sofia potra' essere sottoposta alla seconda infusione di staminali negli Spedali di Brescia. Hanno aspettato con ansia, un'ora via l'altra, i genitori della bimba che il telefono squillasse. In serata, l'avvocato degli Spedali di Brescia ha chiamato il loro legale: entro le prossime 48 ore Sofia sara' ricoverata e riprendera' la terapia, la cui prima dose le aveva gia' portato un sensibile miglioramento. La bimba, 3 anni e mezzo, e' affetta da leucodistrofia metacromatica, malattia degenerativa terminale che porta a progressiva paralisi e cecita'. Seguendo la strada percorsa da altre famiglie italiane, i genitori di Sofia erano arrivati a Brescia. Ma, dopo la prima infusione di staminali, un giudice di Firenze aveva imposto l'interruzione della cura. Altri giudici, in Italia, si sono pronunciati in maniera opposta. E sulla vicenda e' intervenuto il ministro della Salute Renato Balduzzi che ieri aveva garantito: Sofia potra' fare la seconda infusione della cura gia' avviata. Che la discrezionalita' in materia sia ampia - non essendoci ancora una regolamentazione - e il responso spesso completamente divergente da altri, a seconda del magistrato che si pronuncia, lo dimostra anche il caso di Torino dove oggi la corte d'appello ha respinto la richiesta di sottoporre una giovane donna affetta dal morbo di Niemann Pick alla terapia a base di cellule staminali messa a punto dalla Stamina Foundation. La decisione contraddice quella presa dal tribunale della citta' piemontese pochi giorni fa per il fratello della donna: la cura, in quel caso, era stata autorizzata. Il padre, Luigi Bonavita, si dice ''esterrefatto''. ''La patologia - spiega - e' la stessa e le problematiche sono le stesse. Evidentemente c'e' chi ha diritto alle cure e chi no, chi e' considerato in serie A e chi invece e' in serie B''.
Fonte: ministero della Salute
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