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Errori sanitari, ecco la mappa dettagliata dei risarcimenti per singole specializzazioni. Chirurgia e ortopedia più a rischio

Sanità pubblica Redazione DottNet | 11/03/2013 19:58

I chirurghi sono i più vessati per le  richieste di risarcimento danni nella sanità pubblica e privata italiana, ad una spanna  dagli errori diagnostici nel settore pubblico (16%) e terapeutici nel privato (10,38%). Il costo per la  sanità pubblica è di  ben 3.410 euro di valore assicurativo per ogni posto letto, il 26,88% in più a quanto registrato negli anni scorsi.

Sono queste le principali evidenze dei due report Medmal Claims di Marsh presentati lunedì (clicca qui per scaricare il testo completo) che prendono in esame 95 strutture ospedaliere/sanitarie pubbliche, e 52 private accreditate e non; grazie a questo ampio campione d’indagine, Marsh ha potuto “tastare il polso” della sanità in Italia nell’arco di 8 anni (2004 - 2011). Come si ricorderà Merqurio ha organizzato lo scorso dicembre un importante convegno (clicca qui per vedere le interviste) proprio sull’argomento con un parterre vastissimo di qualificati esponenti del settore sanitario e giuridico.  Vediamo allora i dettagli della ricerca: per quanto riguarda pubblico e privato, circa un terzo delle richieste danni analizzate sono state chiuse e un ulteriore 22% circa risulta senza seguito, pertanto più della metà dei sinistri trova una definizione e questo rende il campione ancora più stabile.

In totale sono state quasi 35.000 le richieste di risarcimento danni, mentre, sempre negli 8 anni oggetto d'esame il costo complessivo dei sinistri denunciati ha superato il miliardo, per un totale di 26.723 sinistri dal costo medio di 42.600 euro a testa.  Circa il 50% delle richieste di risarcimento danni sono denunciate entro il primo anno dalla data di accadimento dell’evento, più della metà entro 2 anni. Fa eccezione la specialità di ostetricia e ginecologia, che presenta una consistente percentuale di richieste di risarcimento anche al quinto anno dall’accadimento.

Settore pubblico: 10,43 incidenti ogni cento posti letto

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Il valore assicurativo di un posto letto, spiega QS, mostra significative differenze a seconda della regione italiana presa in considerazione: se nord e centro sono paragonabili (rispettivamente circa 3.280 euro e 4.047 euro), il sud vale quasi il doppio (6.128 euro). Secondo i dati del Report, avvengono 10,43 sinistri ogni cento posti letto, 2,78 ogni mille ricoveri, 18 eventi ogni cento medici e 7,6 ogni cento infermieri.  Laddove ci sono delle forti specializzazioni il rischio si riduce notevolmente: nelle aziende sanitarie ed ospedaliere di base, non specialistiche, il tasso è pari a 22,42 ogni cento posti letto e 6,79 ogni mille ricoveri; nei policlinici si registra un tasso pari a 27,22 ogni cento posti letto e 6,44 ogni mille ricoveri; nelle aziende monospecialistiche si contano 16,94 eventi ogni cento posti letto e 3,72 eventi ogni mille ricoveri.  A conferma di questo elemento si aggiunge il dato complessivo delle richieste danni in base alla tipologia di struttura sanitaria e/o ospedaliera: le strutture sanitarie di primo livello, ovvero quelle di base, registrano il maggior numero di richieste danni pari al 55% (19.252), seguono le strutture di secondo livello (ospedali ad alta intensità di cura o ad alta specializzazione) 24% (8.398) e gli ospedali universitari 18% (6.319). Molto distanziate sono le strutture specialistiche monotematiche come quelle ortopediche 1,53% (534), materno infantile 1% (327) e quelle oncologiche 0,30% (90).  Le conseguenze seguite all’evento che ha determinato la richiesta di risarcimento sono principalmente le lesioni (78%) seguite dai danni alle proprietà (11%). Solo nel 7% dei casi si tratta di decesso.  Gli errori chirurgici (30%) sono al primo posto; seguono gli errori diagnostici (16%), gli errori terapeutici (10%), le cadute di pazienti e visitatori (10%), i danneggiamenti a cose (6%) e gli smarrimenti e furti (5%). Ortopedia (15%) è la specialità clinica maggiormente interessata, ma hanno totalizzato percentuali elevate anche i danni da struttura e parti comuni (14%), pronto soccorso (13%), chirurgia generale (12%) e in misura inferiore contribuiscono anche ostetricia e ginecologia (7%) e medicina generale (3%).  Nello specifico, è il Sud a pagare di più per l’assicurazione. In media le regioni meridionali pagano quasi 8mila euro a medico e oltre 137 euro a ricovero: quasi 40 euro in più che al Centro e 50 in più che al Nord. Spesa alta anche per i piccoli ospedali: spendono 105 euro a ricovero contro i circa 74 dell'ospedale universitario dove - presumibilmente - rischi e casistiche sono a più alto rischio.

Settore privato: al Nord la percentuale maggiore dei sinistri per singola struttura sanitaria

Complessivamente sono state raccolte 3.286 richieste di risarcimento danni, con un incremento progressivo del numero fino al 2009 e una flessione negli anni 2010 e 2011, si legge su QS.  Geograficamente, le richieste di risarcimento danni per singola struttura sanitaria si attestano al 66,34% al Nord, al 12,51% al Centro e 21,15% al Sud.  A guidare la classifica per tipologia di rischi è ovviamente il rischio clinico con l’81,62%. Seguono i rischi relativi alla struttura (eventi in aree comuni, parcheggi, scale, ecc. tranne gli infortuni e i danni alla proprietà) con l’8,67%, i danni alla proprietà (oggetti personali, protesi, ecc.) con il 5,84% e i rischi professionali con l’1,07%.  L’analisi delle conseguenze seguite all’evento che ha determinato la richiesta di risarcimento vede al primo posto le lesioni (82,59%) seguite dai decessi (8,79%) e dai danni alle proprietà (5,81%).  Anche per la sanità privata, gli errori chirurgici sono i più reclamati (36,91%), seguono gli errori terapeutici (10,38%), gli errori diagnostici (10,16%), le cadute di pazienti e visitatori (8,52%), le infezioni (5,05%), gli errori da procedura invasiva (3,8%). Percentuali contenute riguardano gli errori da parto/cesareo e gli errori anestesiologici, entrambi al 2,65%.  Rispetto all’ospedalità pubblica, si nota un minore impatto del Pronto Soccorso perché molte strutture non offrono questo servizio, ma s’inseriscono specialità come l’odontoiatria, la cardiochirurgia e in taluni casi la chirurgia plastica. Ecco la classifica delle specialità cliniche maggiormente interessate: Ortopedia (13,54%), Struttura e parti comuni, (11,99%), Chirurgia Generale (7,97%), Ostetricia e Ginecologia (4,78%), DEA/Pronto Soccorso (4,53%%), Cardiochirurgia (4,47%), Odontoiatria (4,38%), Oculistica e Oftalmologia (3,90%).

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Fonte: Marsh

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