Allarme della Food and drug administration (FDA), l'ente governativo statunitense per la regolamentazione dei farmaci, sull'uso di uno degli antibiotici piu' diffusi negli Stati Uniti e nel mondo: le compresse contenenti il principio attivo azitromicina possono causare aritmie cardiache mortali in alcuni pazienti. In una nota, la Fda ricorda che uno studio pubblicato sul New England Journal of medicine pochi mesi orsono aveva confrontato il rischio di morte cardiaca legato all'uso di diversi farmaci antibatterici, individuando tra i pazienti che prendevano l'antibiotico a base di azitromicina un tasso di decessi decisamente piu' alto.
Nel suo comunicato la Fda mette in guardia dalla possibilita' che il farmaco causi ''battiti cardiaci irregolari che possono condurre ad un ritmo cardiaco anormale e potenzialmente letale'' in cui i tempi delle contrazioni cardiache diventano irregolari. I pazienti a rischio particolare - spiegano ancora gli esperti dell'Agenzia federale Usa - sono quelli che hanno gia' alcuni fattori di pericolo come bassi livelli di potassio o magnesio o che prendono altri farmaci che possono avere effetti sulla funzionalita' cardiaca.
Alzheimer. Per ottenere l'approvazione della regolamentazione per un nuovo farmaco per l'Alzheimer sara' sufficiente dimostrare che rallenta il declino cognitivo: e' questa la proposta avanzata dalla Food and Drug Administration (Fda) per aiutare le aziende che sviluppano nuovi trattamenti per malati di Alzheimer in fase iniziale, prima della comparsa della malattia. Lo segnala l'Aifa dal suo sito. Finora infatti la mancanza di marcatori biologici definitivi per le prime fasi dell'Alzheimer ha reso impossibile inserire pazienti negli studi su nuovi farmaci. Per questo l'Fda propone di 'ammorbidire' le sue linee guida per la sperimentazione di farmaci di fase iniziale per Alzheimer, e permettere ai ricercatori di dimostrare che il farmaco rallenta solo il declino cognitivo, e non miglioramento cognitivo e deterioramento funzionale.
Fonte: Fda, aifa
Via libera da Aifa, riduce i sintomi intestinali senza l'uso di steroidi
Lo studio sperimentale di fase III è stata la più ampia sperimentazione sulla fibrosi polmonare idiopatica (IPF) ad oggi mai condotta, in corso presso circa 400 centri e in oltre 30 Paesi
Lo rivela la prima analisi globale sull'argomento pubblicata sulla rivista The Lancet e condotta dal Global Research on Antimicrobial Resistance (Gram) Project
La dose giornaliera del farmaco contro il diabete ha preservato la cognizione e ritardato il declino di alcuni tessuti
Via libera da Aifa, riduce i sintomi intestinali senza l'uso di steroidi
Lo studio sperimentale di fase III è stata la più ampia sperimentazione sulla fibrosi polmonare idiopatica (IPF) ad oggi mai condotta, in corso presso circa 400 centri e in oltre 30 Paesi
Lo rivela la prima analisi globale sull'argomento pubblicata sulla rivista The Lancet e condotta dal Global Research on Antimicrobial Resistance (Gram) Project
La dose giornaliera del farmaco contro il diabete ha preservato la cognizione e ritardato il declino di alcuni tessuti
Commenti