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Dal Tribunale di Ascoli un altro via libera al metodo Stamina

Sanità pubblica Redazione DottNet | 23/03/2013 12:52

Nuovo via libera da parte di un giudice all'utilizzo del metodo Stamina: questa volta a dare l'autorizzazione e' stato il giudice del Tribunale di Ascioli Piceno Pier Giorgio Palestini che ha sciolto la riserva per un bambino di San Benedetto del Tronto affetto dalla Sma di tipo 1 (atrofia muscolare) e per una ragazza ascolana affetta da un'altra gravissima malattia. Entrambi potranno essere curati secondo il metodo Stamina preso gli Spedali Riuniti di Brescia. La prima infusione sara' possibile intorno ai primi di aprile.

 Il pronunciamento del Tribunale di Ascoli Piceno si aggiunge al decreto varato dal Consiglio dei Ministri, in base al quale i pazienti pazienti che hanno iniziato la terapia con le staminali preparate con metodo Stamina potranno portare a termine i loro protocolli anche se il laboratorio di riferimento (appunto quello di Brescia) non e' autorizzato. Anche se non c'e' stata ancora la prima infusione, per i due casi di Ascoli il protocollo terapeutico era gia' cominciato. ''Io mi sono gia' sottoposto a carotaggio e le mie cellule sono in lavorazione - racconta il padre del bimbo di San Benedetto del Tronto -. Ora notificheremo con urgenza la sentenza agli Spedali affinche' tutto l'iter venga completato fino all'infusione di cellule staminali su mio figlio''.  ''Non so se per il caso di mio figlio fosse gia' sufficiente il pronunciamento ministeriale - spiega l'uomo -. Certamente ora che anche un tribunale ci ha dato ragione gli Spedali di Brescia non potranno frapporre ulteriori indugi e dovranno procedere cosi' come sentenziato''. Nei giorni scorsi, prima del provvedimento legislativo, un altro giudice a Pesaro si era espresso a favore dell'uso del metodo Stamina per un bambino fanese di 26 mesi, affetto dalla sindrome di Krabbe. A favore della ''cura Stamina per tutti'' - e non solo per i casi di terapia gia' iniziata - Massimo Tortorella, presidente di Consulcesi, associazione legale per la tutela dei medici, che chiede ''una risposta ancora piu' organica a livello legislativo in modo da fornire a tutti la possibilita' di accedere all'infusione delle cellule staminali.

Un intervento in questo senso e' necessario per superare le diverse interpretazioni dei tribunali, che costringono i pazienti a spese legali onerose e alla negazione di un diritto fondamentale''. L'on. Caterina Bini (Pd) auspica che il tema dell'utilizzo delle staminali ''sia affrontata dal Parlamento e dal nuovo Governo con maggiore tranquillita' e tempo a disposizione''. Contro ''l'assurdo decreto'' del ministro Balduzzi si schiera invece la sen. del Pdl Anna Cinzia Bonfrisco che domani partecipera' alla manifestazione per il diritto alle cure compassionevoli, organizzata per domani a Roma dai promotori della pagina Facebook 'Ministro Balduzzi aiuti la piccola Sofia'. ''Grazie a Dio - osserva - ci sono scienziati liberi dal condizionamento della burocrazia ministeriale. Cominciamo a leggere pareri scientifici diversi a favore della ricerca sulle staminali, vera frontiera della medicina rigenerativa che potra' migliorare la nostra vita''.

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Fonte: Tribunale di Ascoli

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