Una strada tutta in salita, quella che il medico ospedaliero dovrà affrontare nei prossimi anni. E il riferimento non è solo all’attività, ma anche – e forse soprattutto – al trattamento economico che subirà profondi tagli. Il Centro studi dello Smi (Sindacato medici italiani) ha calcolato le decurtazioni che dovranno subire i camici bianchi impegnati nelle strutture pubbliche e sono da brivido: nelle buste paga di ogni medico ci saranno oltre 23.000 euro in meno, per una perdita complessiva di tre miliardi, a cui si aggiunge un ulteriore miliardo in oneri riflessi.
È l’effetto del blocco dei contratti imposto fino a tutto il 2014, uno stop ratificato pochi giorni fa dal Governo e che sarà inevitabile, a meno di trovare «una diversa copertura» alla spesa che lo Stato dovrebbe assumersi per l'adeguamento degli stipendi. L’analisi dello Smi precisa che si tratta di un vistoso "impoverimento economico medi o di ciascun singolo dirigente", i cui esiti si trascineranno nel corso degli anni, poiché la prossima rivalutazione contrattuale verrà calcolata su una massa salariale ridotta e il ridimensionamento del montante contributivo si rifletterà inevitabilmente anche sulle future pensioni. Un altro fronte potrebbe poi aprirsi con le Regioni e le aziende sanitarie che leggeranno in maniera diversa le ricadute dei singoli provvedimenti di legge portando a un "disordine interpretativo" con una sostanziale paralisi della contrattazione aziendale.
Anaao, fuori dal contratto di lavoro. Sulla questione già anticipata dallo Smi, torna l’Anaao anche se punta a monte, ovvero al contratto. Infatti la Segreteria nazionale e della Conferenza dei segretari Regionali dell'Anaao Assomed sta per avviare le procedure per disdettare il contratto di lavoro vigente, come annuncia il presidente Costantino Troise in un editoriale pubblicato su Dirigenza medica, la rivista del sindacato dei medici dirigenti. Il proposito è frutto di un'articolata analisi della situazione politica esistente e dei riflessi sempre più pesanti sulla Sanità. “Il voto di febbraio - scrive Troise - ha prodotto tre minoranze incomunicabili tra di loro al punto da rendere incerta la nascita, e la durata, di quel governo di cui Paese e Sanità hanno disperato bisogno. Proprio la Sanità è stata vittima di tagli pesanti che l'hanno messa in ginocchio”. Troise cita prima di tutto il blocco dei contratti che, se si dovesse fino a tutto il 2014, aggraverebbe le condizioni economiche di una categoria medica sempre più insofferente e frustrata, che “in tre anni di fermo ha già perso in potere di acquisto circa 30.000 euro procapite”. Ma anche le Regioni sono in gravi difficoltà e sono costrette a tagliare servizi sanitari e sociali; al Sud la situazione è ancora più grave e non si riesce neppure a garantire i Lea. Troise parla anche “di insoddisfazione dei cittadini, le questioni che preoccupano i professionisti come medicina difensiva, ruolo e responsabilità professionale, crescita del contenzioso medico-legale, peggioramento delle condizioni di lavoro, precariato e formazione post laurea”. In questo contesto, la disdetta del contratto di lavoro e l'apertura di una stagione di rinnovi contrattuali possono sembrare un paradosso, ma sono necessarie per uscire dall'immobilismo: “non è tanto una questione di retribuzioni quanto di ruolo, di relazioni sindacali ed assetti normativi”. Anche il sindacato deve ripensare il proprio ruolo e il Congresso statutario di fine anno rappresenterà per l'Anaao Assomed una buona occasione per ridefinirsi e “per accelerare sulla strada del rinnovamento e dell'organizzazione, travolgendo vecchie abitudini, vecchie certezze, vecchi protocolli”.
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Fonte: Smi, Anaao
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