Assogenerici contro Farmindustria: ancora un botta e risposta tra le due associazioni. L’occasione per tornare sull’argomento è arrivata dalla terza Conferenza “Farmaci a brevetto scaduto: i problemi irrisolti e le soluzioni proposte”, organizzata dalla Società italiana di farmacologia dove Lucia Aleotti, vicepresidente di Farmindustria aveva attaccato l’equivalente precisando che “analizzando il mercato, i farmaci a brevetto scaduto rappresentano oggi il 91% delle confezioni vendute, delle quali il 63% è rappresentato dai farmaci di marca a brevetto scaduto e il restante 21% dai generici".
E pronta arriva la risposta di Enrique Hausermann, presidente di Assogenerici: “E’ scoraggiante che ancora si dipinga il farmaco generico e chi lo produce come una sorta di malattia esogena che starebbe minando il comparto farmaceutico italiano”. In base alle stime fornite da Hauserrmann, le 50 aziende associate ad AssoGenerici danno lavoro in Italia a 10.000 persone e “affidano il 60% della produzione a contoterzisti italiani: non credo che tutti possano presentare dati analoghi. Riscontri che dimostrano come non siamo un corpo estraneo alla farmaceutica italiana, ma ne siamo oggi uno dei protagonisti. In Italia la quota dei medicinali equivalenti puri a fine 2012 toccava il 16% dei farmaci dispensati a carico del Ssn, ma rappresentando una spesa di poco superiore all’8% del totale e nell’ultimo quadriennio, grazie agli equivalenti, il Servizio sanitario ha risparmiato circa 400 milioni l’anno”. Il presidente di Assogenerici attacca poi Farmindustria, sottolineando che “la loro risposta classica a queste cifre e alle timide misure di promozione del ricorso agli equivalenti, è che lo Stato risparmia comunque visto che viene rimborsato soltanto il prezzo di riferimento”.
Fonte: Assogenerici
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