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Lo Stato con i generici ha risparmiato nel 2012 un miliardo di euro. Balduzzi: basta ticket

Sanità pubblica Redazione DottNet | 13/04/2013 16:19

Gli italiani hanno sborsato nel 2012 di tasca propria circa 4,4 miliardi di euro di ticket tra farmaci, visite, esami e accessi al Pronto Soccorso. Secondo il preconsuntivo 2012  in ambulatori e ospedali pubblici l'aumento è stato del 13%, passando da 1,3 a 1,5 miliardi pagati dai cittadini.

 Per i farmaci i cittadini hanno pagato poco più di 2 miliardi di euro (la spesa 'out of pocket' è variata di poco rispetto al 2011 mentre la spesa per il Servizio sanitario è calata di quasi un miliardo per effetto della spinta ai generici e per gli sconti applicati dalle farmacie) mentre per visite ed esami in strutture private ma convenzionate con il Ssn i ticket sono costati agli italiani 755 milioni di euro. Sulla specialistica ha pesato anche il 'superticket', reintrodotto da metà 2011. A favore dei generici si sono espressi anche i dieci saggi nominati  dal presidente Napolitano: "si riscontrano ancora rilevanti ostacoli all'ingresso dei farmaci generici", rispetto ai principali Paesi europei. Pertanto propongono di "evitare di vincolare le procedure di concessione delle autorizzazioni per l'immissione in commercio di farmaci generici alla risoluzione di eventuali dispute inerenti presunte violazioni della proprietà industriale e procedere ad una campagna di sensibilizzazione dei pazienti consumatori in merito all'equivalenza di efficacia e sicurezza dei farmaci generici rispetto agli altri".

Il superticket. Risultato incerto per il cosiddetto 'superticket', il ticket da 10 euro sulla specialistica reintrodotto a meta' 2011, che negli anni precedenti era 'coperto' dallo Stato con 836 milioni di euro.

Nelle casse pubbliche sono entrati nel 2012 166 milioni di euro in piu' rispetto al 2011 (in cui la misura e' stata in vigore da meta' anno) dalle strutture pubbliche e 103 milioni dagli ambulatori privati accreditati. Ma, si fa notare, sul dato complessivo pesano da un lato le misure alternative messe in campo da alcune Regioni al posto del 'superticket' sulla specialistica, dall'altro il dato non calcolabile (che si traduce in un risparmio per le casse pubbliche) della 'fuga' dei pazienti verso il privato puro, visto che, soprattutto nelle Regioni in cui gia' si erano introdotte misure aggiuntive di compartecipazione da parte dei cittadini, la spesa per visite ed esami e' uguale, se non minore, nel privato-privato rispetto alla struttura pubblica, e con liste di attesa molto inferiori. Il 'superticket' da 10 euro su visite e analisi era nato con la finanziaria 2007 e proposto dall'allora governo Prodi (ministro della Salute Livia Turco) insieme al ticket da 25 euro sui codici bianchi del Pronto Soccorso (che oggi non applica solo la Basilicata). Fino a meta' 2011 questa quota fissa aggiuntiva non era mai stata applicata perche' i governi che si sono succeduti hanno trovato il modo di finanziarli con risorse pubbliche. Dall'ultima manovra estiva targata Tremonti, invece, sono diventati operativi.

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Il commento di Balduzzi. Altri due miliardi di ticket, che entrano in vigore dal primo gennaio 2014, ''sono insostenibili per i cittadini e per il Servizio sanitario'', commenta il ministro della Salute Renato Balduzzi. La manovra sui ticket sara' ''una delle prime decisioni che attendera' il nuovo governo''.''Quello sui ticket - aggiunge Balduzzi - e' un allarme che ho lanciato da tempo. Ma non siamo impreparati perche' abbiamo lavorato per preparare una risposta'' che andra' pero' trovata dal prossimo esecutivo. Altri due miliardi, spiega il ministro ''non sono sostenibili ne' per il forte impatto che avrebbero sugli italiani'' che gia' hanno sborsato nel 2012 4,4 miliardi di euro, ma anche ''perche' accelererebbero una tendenza che gia' esiste a rivolgersi al privato-privato''. E se e' vero che chi si rivolge al privato ''non grava sul servizio pubblico'' e' altrettanto vero che ''il sistema ha bisogno di organizzarsi'' e che una 'fuga' verso il privato ''rischia di mettere in forse le caratteristiche proprie del nostro sistema, l'universalita' e la globalita' della copertura''. Peraltro, ''anche alla luce di quello che si sta verificando sui ticket esistenti non e' nemmeno detto che altri ticket possano concorrere all'equilibrio'' della finanza pubblica, (leggi il fatto che non c'e' alcuna certezza di riuscire effettivamente a incassarli). Seguendo i principi di ''economicita', equita' ed efficienza'' il sistema della compartecipazione ha bisogno di una riforma, ''ticket, franchigia, quel che si vuole, purche' si prenda una decisione. Non lo possiamo piu' fare noi ma certamente metteremo a disposizione del prossimo governo il frutto del nostro lavoro''.

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Fonte: Ministero dell’Economia, ministero della Salute

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