Il Comitato Centrale della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (Fnomceo) interviene nel dibattito aperto dal 'Caso Stamina' dopo il si' del Senato al 'Decreto Balduzzi', osservando che ''se e' vero che il fine della Medicina, anche in tempi di straordinarie prospettive scientifiche e biotecnologiche, e' perseguire il bene della persona nel rispetto dei suoi diritti fondamentali, e' irrealistico immaginare che tale obiettivo possa essere conseguito da una Scienza medica che resti lontana e indifferente alle speranze e alle sofferenze che ancora non trovano risposte''.
Il Comitato, riunito a Roma, osserva che ''e' altrettanto vero che le speranze di tanti diventano certezze per tutti solo quando una rigorosa e trasparente metodologia scientifica abbia sperimentato prima, e introdotto nella pratica clinica poi, innovazioni diagnostiche e terapeutiche di comprovata efficacia e sicurezza''. ''Questo inscindibile e ineludibile legame tra speranze delle persone ed evidenze della scienza e' tanto piu' stretto quanto piu' si intendono affermare - in una Sanita' che sia per tutti e di tutti - i principi di equita' di accesso e universalismo dei destinatari: solo in questo scenario la liberta' di cura diventa un diritto esigibile'', proseguono i medici in una nota sottolineando che ''la ricerca scientifica e la pratica della Medicina non sono ne' devono essere interpretate come 'palazzi ciechi e sordi' alla speranza e alla sofferenza, ma come luoghi e soggetti di sviluppo delle conoscenze, di costruzione di nuovi strumenti di diagnosi e cura, che strappano all'ignoto evidenze utili a contrastare malattie, ancora orfane di trattamenti efficaci''.
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Fonte: Fnomceo
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