Circa dieci miliardi di euro per la sola fornitura di farmaci e dispositivi medici ad alta tecnologia. A tanto ammonta il credito che vantano farmacie e imprese farmaceutiche e del biomedicale dalla pubblica amministrazione, mentre proprio la sanità nel suo complesso sarebbe la voce che pesa per circa il 50% sul totale dei debiti della Pa (stimati dalla Banca d'Italia intorno ai 90 miliardi di euro).
Soldi che le Regioni e le Asl pagano con ritardi che sfiorano anche i due anni, mettendo a rischio migliaia di attività private. L'esposizione di Asl e Regioni, come si legge anche nelle analisi del servizio studi della Camera sul decreto che sblocca i pagamenti della Pa, nel 2010 (ultimo dato disponibile) si attestava sui 35,6 miliardi di euro. Di sicuro però, i privati hanno fatto i conti: le farmacie, ad esempio, registrano ritardi di qualche mese nel rimborso e attualmente aspettano circa 800 milioni di euro, concentrati in Calabria, Campania, Lazio, Piemonte, Sicilia come spiega Federfarma. Se il Piemonte e nel Lazio ci si attesta su ritardi di massimo un paio di mesi, così come in Sicilia, in Calabria il ritardo medio è di tre mensilità, con un picco di 4 a Crotone, dove le farmacie aspettano anche rimborsi relativi al 2011. In Campania, dove già qualche farmacia è fallita, il ritardo medio è di 5 mensilità con un picco di 7 a Napoli. Ma a subire pagamenti troppo dilazionati nel tempo sono soprattutto le imprese: Assobiomedica aspetta circa 5 miliardi di euro, soprattutto dalla Campania, con cui è stato siglato un protocollo d'intesa per lo sblocco di 585 milioni ma lo 'scoperto' a febbraio 2013 era stimato in circa 824 milioni. Ma tra i peggiori ci sono anche Lazio (565 milioni), Piemonte (480 milioni) e Calabria (458 milioni).
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Fonte: Servizio studi della Camera
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