Il decreto Sviluppo aveva posto un limite ben chiaro: entro la fine di quest'anno almeno il 60% delle ricette dovrà passare dallo studio del medico alla farmacia viaggiando sul web.
Ma al momento pare sia difficile che possa concretizzarsi questa previsione. Per diversi motivi: primo perché le sperimentazioni sono appena partite o, in alcuni casi, stanno per avviarsi e quindi si è fuori dai tempi, poi perché si stanno evidenziando problemi non di poco conto. Per ora le Regioni in sperimentazione sono Lombardia, Molise, Puglia, Campania e Trentino dove si stanno mettendo in luce difficoltà di tipo tecnico. Dovute alle diverse piattaforme che dovrebbero dialogare tra loro: il sistema centrale è della Sogei ed è lo stesso che viene utilizzato, ormai con successo, per i certificati online. Ma il sistema deve interfacciarsi con le regioni dove invece si sta appena cominciando a sperimentazione. Per far sì che tutta l’attività funzioni a dovere, le software house stanno approntando sistemi di integrazione della ricetta. E infine c’è anche il problema della connettività la cui soluzione è anch’essa affidata alle Regioni. Nei mesi scorsi si è parlato a lungo di ricetta digitale, in particolare con il position paper “Ricetta elettronica e certificati telematici: criticità in tema di dematerializzazione del dato e del documento sanitario”, di Giancarmine Russo - segretario generale della Società italiana di telemedicina e sanità elettronica (Sit) – e di Chiara Rabbito. Il documento evidenzia come la rivoluzione digitale, nonostante i molteplici progressi compiuti, risulti ancora incompleta rispetto agli obiettivi essenziali da raggiungere, cioè la semplificazione del processo di creazione, trasmissione e acquisizione dei certificati medici e delle ricette elettroniche.
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Fonte: sit, ministero salute
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