''Il nostro Servizio sanitario non so se è tra i migliori al mondo ma di sicuro diamo una universalità di accesso alle cure assolutamente unica e che ha un grandissimo valore''.
Lo ha detto Luca Pani, direttore generale dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa), intervenendo a un convegno dell'Universita' cattolica sul ruolo della farmacia nel Servizio sanitario nazionale, sottolineando però che per l'Agenzia ''desta preoccupazione l'accesso ai farmaci nel nostro Paese, che non sta avvenendo in maniera omogenea tra le varie Regioni''. ''L'accessibilità complessiva del sistema è alta - ha spiegato - anche se con differenze regionali che destano preoccupazione, anche perché è proprio tra i nostri compiti quello di garantire uguale accesso a tuti cittadini ai farmaci. Accesso che oggi è buono in alcune regioni, in altre meno e in altre ancora meno - ha detto Pani durante la sua 'lectio magistralis' sul tema - tanto continuiamo a ricevere segnalazioni da Cittadinanzattiva e da altri, perché in alcune regioni c'è difficoltà di accesso, perché il farmaco, anche se approvato da Ema e Aifa, non si trova nei prontuari regionali e non è a disposizione del cittadino''. In generale, ha aggiunto, la spesa farmaceutica territoriale, a differenza di quella ospedaliera, ''e' sotto controllo'' e, ha osservato, ''tagli lineari in farmacia non funzionano. Anche nella revisione del prontuario'' che dovrà essere completata entro giugno ''vanno fatte delle valutazioni, se seguissimo solo il criterio di buttare fuori quello che è vecchio e tenere quello che è nuovo, probabilmente avremmo costi anche più alti. Invece vanno tenuti in considerazione anche i contesti e le caratteristiche della popolazione''. Quanto alle farmacie, per Pani ''devono puntare a una piena integrazione con il Ssn, con un ruolo innovativo'' aiutando anche l'Agenzia nella farmacosorveglianza, ''valutando i risultati dell'aderenza alle terapie e l'impatto del farmaco sul malato'' e aumentando le ''segnalazioni di farmacovigilanza'' che oggi arrivano soprattutto dai medici ospedalieri ''perché registrano eventi avversi.
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Fonte: Aifa, università Cattolica
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