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Pagamenti a rilento: protestano i farmacisti di Savona, della Sardegna e di Benevento

Farmacia Redazione DottNet | 23/05/2013 17:31

Oltre 14 milioni di euro risparmiati in due anni. Da fanalino di coda ad Asl più virtuosa in Liguria per quanto riguarda la spesa farmaceutica. La «cura dimagrante» dell’azienda sanitaria savonese sulle ricette prosegue, ma ora scatta la «rivolta» dei farmacisti.

 Sulla rivista di Federfarma il presidente provinciale Aldo Gallo tuona contro l’Asl: «Altri tagli non sono più sostenibili. Nel Savonese ormai la ricetta rossa vale in media meno di 14 euro netti: non siamo ai livelli della Toscana ma ci stiamo avvicinando». E ancora: «Sono almeno cinque anni che la spesa farmaceutica territoriale della Regione e dell’Asl 2 cala ogni anno di oltre il 10%», dice Gallo. «Risparmiare va bene ma i tagli non si possono abbattere sempre sulle stesse voci». Ferderfarma denuncia sempre maggiori pressioni sui medici di famiglia, controlli sempre più severi contro l’abuso di prescrizioni. Un monitoraggio continuo che l’Asl ha allargato anche ai medici specialistici e a quelli ospedalieri. «Auspichiamo la stessa collaborazione che abbiamo richiesto ai medici di famiglia che hanno collaborato in modo estremamente costruttivo contro l’inappropriatezza delle prescrizioni», ha detto il direttore generale dell’Asl 2, Flavio Neirotti.  Ma Federfarma non ci sta e annuncia clamorose forme di protesta. Ma nessuna serrata: «Non vogliamo certamente penalizzare i pazienti e poi in questo momento di crisi una serrata potrebbe essere fraintesa. - dice Gallo -. Lanceremo azioni di protesta a sorpresa, per fare baccano e mettere in difficoltà l’Asl».

La Sardegnae' tra le cinque regioni che non fa pagare ai cittadini il ticket sui farmaci e sulle ricette. "Dal confronto con il mancato introito per le casse regionali dai 30 ai 35 milioni di euro, si spiega il dato sulla spesa farmaceutica sarda".

Lo afferma il presidente di Federfarma Sardegna, Giorgio Congiu, in merito alla spesa farmaceutica regionale che al netto "nel 2012 e' calata del 3,5% rispetto al 2011 con una diminuzione meno rilevante se rapportata al territorio nazionale". "Ma questo dato - spiega Congiu - e' riconducibile al fatto che la nostra isola e' tra le 5 regioni che non applica il ticket fisso sui farmaci e sulle ricette, a carico del cittadino. Se anche in Sardegna si dovesse introdurre il pagamento del ticket, come accade in quasi tutto il territorio nazionale, diminuirebbe la spesa farmaceutica dagli 8 ai 10 punti percentuali perche' nelle casse regionali andrebbero a confluire dai 30 ai 35 milioni di euro. Questo pero' determinerebbe un insostenibile aggravio di costi che dovrebbero essere interamente sopportati dagli utenti". "Non possiamo inoltre non rilevare - prosegue - che lo scorso anno, c'e' stato il passaggio della Dpc (farmaci comprati dalla Asl e distribuiti dalle farmacie) dalla Asl 8 di Cagliari alla 1 di Sassari e questo ha comportato una interruzione per sei mesi della gara internazionale con il risultato che sono aumentati i costi per il fondo sanitario. Nel 2013 - conclude il presidente Congiu - abbiamo registrato nell'isola una riduzione della spesa farmaceutica convenzionata del meno 8,24% lordo (netto meno 12%), rispetto alla media nazionale del meno 4,91%".

Una lettera inviata al prefetto di Benevento«nel tentativo di dare soluzioni alle già rappresentate problematiche relative all’assistenza farmaceutica nella nostra provincia». La nota, a firma della Federfarma Benevento, Associazione Sindacale Titolari di Farmacia, è stata recapitata ieri, e sollecita «il rispetto della piattaforma d’intesa convenuta con i vertici della Asl Bn nel corso della riunione che si è tenuta il 3 aprile in Prefettura».  «L’intesa – si legge ancora nel documento – riguardava l’individuazione di un percorso sostenibile di riduzione dei tempi di pagamento: dispiace constatare che gli impegni tecnico–operativi assunti in quella sede dell’Asl, ad eccezione del pagamento ordinario della sola mensilità di gennaio 2013, non risultano, fino ad oggi, onorati, essendosi arenati in una inspiegabile strategia dilatoria ed evasiva, caratterizzata, tra l’altro, da un deficit di comunicazione», definito da Federfarma «non più tollerabile in relazione alle urgenti questioni da affrontare». In pratica c’era l’impegno a convocare un nuovo vertice per pagare anche il mese di febbraio, ma non ci sono stati appuntamenti, né risposte ai tentativi di interlocuzione di Federfarma. E inoltre le spettanze di gennaio avrebbero impiegato ben 20 giorni (dal 26 aprile a 17 maggio) per ”transitare” dall’Asl alle farmacie: ritardi su ritardi, dunque.

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Fonte: federfarma

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