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Veneto, pensionati contro i medici per il mancato avvio delle aggregazioni

Sanità pubblica Redazione DottNet | 28/05/2013 18:43

Il 'destro' l'hanno offerto i pensionati del lavoro autonomo del Veneto (Cupla), arrivati in Consiglio regionale per denunciare il mancato avvio delle unità di medicina integrata nel territorio, prevista dal nuovo piano sociosanitario ma rinviata al 2016 dall'ultima delibera di Giunta.

Ma il problema della resistenza dei medici di base a riorganizzare il proprio servizio in sedi associate, aperte 12 ore al giorno e integrate dalla presenza di infermieri, attrezzature medicali e guardia medica nelle ore notturne, è solo l'ennesimo inciampo sul percorso di avvio nuovo piano sociosanitario regionale, approvato dal Consiglio regionale nel giugno 2012. "Invito la commissione Sanità a verificare a tutto campo l'applicazione del piano sociosanitario e il rispetto delle varie scadenze previste dalla legge - ha scandito il presidente del Consiglio Clodovaldo Ruffato, presenti il presidente e il vicepresidente della commissione Leonardo Padrin e Claudio Sinigaglia, oltre ai consiglieri, Bruno Pigozzo, Pd, Diego Bottacin, Verso Nord, Pietrangelo Pettenò, Sinistra veneta e Gennaro Marotta, Idv, al termine dell'incontro con la delegazione del Cupla. "Il piano sociosanitario non è fatto solo di schede ospedaliere e territoriali - ha aggiunto Ruffato - ma prevede una serie di provvedimenti di riorganizzazione della rete sanitaria e assistenziale, come la riorganizzazione della medicina di base, che ne costituiscano l'ossatura, anzi il prioritario presupposto per il ridisegno della mappa degli ospedali". "Già dal prossimo 6 giugno la commissione darà avvio alla ricognizione sull'attuazione effettiva della legge più importante prodotta dal Consiglio per i veneti - ha prontamente replicato il presidente Padrin - Gli indirizzi dati dal Consiglio non possono essere disattesi dalla Giunta". A sollecitare l'immediata reazione del presidente Ruffato e della commissione Sanità sono stati i rilievi documentati mossi da Marino Bianchi e Lino Ferrin, rispettivamente presidente e vicepresidente del Cupla, il coordinamento unitario di otto categorie di pensionati del lavoro autonomo del Veneto, in rappresentanza di 300 mila pensionati: il nuovo piano sociosanitario valorizza i medici di base prevedendo la riorganizzazione del loro servizio in modo integrato e associato, su base territoriale, in modo da garantire continuità assistenziale 24 ore su 24.

Invece, a seguito delle difficoltà incontrate nella negoziazione contrattuale con la categoria, la Giunta regionale - ha denunciato il Cupla - sta privilegiando la semplice messa in rete degli ambulatori dei medici di base, a scapito della riorganizzazione in forma integrata. "La medicina in rete non è prevista nel piano approvato un anno fa e la delibera che riconosce un integrativo ai medici in rete rappresenta un inutile dispendio di denaro pubblico - rileva il Cupla - Chiediamo al Consiglio di farsi garante del rispetto delle decisioni che ha assunto, a garanzia dei diritti di tutti i cittadini veneti, che meritano di avere una copertura medico-assistenza territoriale efficace ed efficiente, che eviti inutili code ai servizi di pronto soccorso". Da qui l'immediato impegno della commissione a mettere sotto la lente tutte le scadenze e i processi applicativi del piano di riorganizzazione della sanità veneta approvato undici mesi verificando la congruità dei provvedimenti di Giunta sinora assunti, in attesa dell'adozione delle sospirate schede di programmazione ospedaliere e territoriali.

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Fonte: Cupla, regione veneto

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