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I medici del servizio pubblico in agitazione contro il blocco dei contratti. Scioperano gli ortopedici per il contenzioso medico-legale

Sanità pubblica Redazione DottNet | 03/06/2013 13:17

Medici in stato di agitazione contro il blocco del rinnovo dei contratti della Pubblica amministrazione. ''I medici, i veterinari, i dirigenti sanitari, amministrativi, professionali e tecnici, dipendenti del SSN - si legge in una nota dell'intersindacale di categoria - bocciano l'estensione al 2014 del blocco della contrattazione nazionale ed aziendale in vigore dal 2009'' e sono pronti a ''ulteriori iniziative di protesta, non escluso lo sciopero nazionale''.

  ''Cambiano i governi - scrivono i sindacati - ma non le politiche. Dopo Tremonti e Monti anche le larghe intese non sanno resistere alla coazione a ripetere di prendere di mira servizi pubblici e servitori dello Stato con cronometrica puntualita' ''. Cosi' ''un esproprio governativo di un diritto costituzionale viene ad aggiungersi a penalizzazioni, economiche e normative, e vere e proprie leggi speciali, emanate contro i pubblici dipendenti, di cui fanno parte i Dirigenti del Ssn''.  E ''non soddisfatto del congelamento delle retribuzioni al 2009, del blocco per un quadriennio del contratto di lavoro, e conseguente perdita del potere di acquisto delle retribuzioni di circa il 20%, dell'erosione dei fondi contrattuali, del peggioramento dei requisiti previdenziali, dell'imbarbarimento delle condizioni di lavoro, specie nelle aree di Pronto soccorso, della latitanza di risposte chiare e risolutive alla questione della responsabilita' professionale, il Governo intende prolungare il blocco contrattuale e retributivo fino (ed oltre?) al 2014. Un film gia' visto che continua a caricare sui soliti noti, e solo su di loro, il risanamento dei conti pubblici''.  Per i sindacati ''l'attacco a ruolo e status dei dirigenti del SSN viene usato per minare alle fondamenta la sanita' pubblica, malgrado una spesa inferiore alla media Ocse. La sanita' italiana, definanziata ed impoverita dal punto di vista economico e professionale, appare destinata con sempre maggiore evidenza ad un ruolo povero per i poveri. Un effetto tsunami colpisce la sfera delle tutele e nessuna Regione sara' piu' in grado di garantire il diritto alla salute dei cittadini. Che pagheranno tutto e pagheranno caro''.  Per questo ''le organizzazioni sindacali dichiarano lo stato di agitazione delle categorie interessate, rinviando agli organismi statutari ulteriori iniziative di protesta, non escluso lo sciopero nazionale, in difesa della dignita' e del valore delle professioni del Ssn, della esigibilita' reale del diritto alla salute dei cittadini, del diritto costituzionale alla contrattazione''.

Ortopedici in stato di agitazionee pronti anche a scioperare, il prossimo primo luglio. Sotto accusa il contenzioso medico-legale, ormai "insostenibile", e l'assenza di regole adeguate sulla responsbilità professionale. A proclamare lo stato di agitazione l'associazione Nuova Ascoti, dipartimento del sindacato Anpo-Ascoti-Fials medici, che rappresenta i chirurghi ortopedici e traumatologi italiani che la prossima settimana dovrebbe avere un incontro al ministero del Lavoro per il tentativo di conciliazione volto a scongiurare lo sciopero. In caso di esito negativo, così come già accaduto all'inizio dell'anno con lo sciopero dei ginecologi (mosso dalle stesse motivazioni), sarebbero interrotti per un giorno gli interventi programmati e sarebbe garantite solo le emergenze. "Ginecologi e ortopedici - spiega l'ex senatore Michele Saccomanno, presidente del sindacato - sono le due categorie più esposte al rischio", che ormai sta iniziando a creare problemi anche per il ricambio generazionale visto che "stiamo andando verso l'estinzione dei giovani ortopedici. I giovani medici per paura non si iscrivono più alle nostre specializzazioni". Gli ortopedici hanno spiegato le regioni della protesta in una lettera inviata ai ministri della Salute, del Lavoro e alla presidenza del Consiglio, nella quale ricordano anche la scadenza imminente (fine giugno) per l'emanazione del nuovo regolamento sulla copertura assicurativa per i medici, previsto dal decreto 'Sanita' e sviluppò dell'ex ministro Balduzzi. Gli specialisti ricordano di avere già scritto al ministro Lorenzin in merito, "ma ad oggi nessuna risposta è pervenuta". Tra le richieste avanzate dagli ortopedici ci sono anche la definizione dell'atto medico, assente nella legislazione italiana, nuove norme in materia di responsabilità, ritenendo appunto insufficienti le misure apportate dal decreto Balduzzi, e l'assunzione del personale precario. 

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Fonte: intersindacale, ascoti

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