La sindrome di questo coronavirus ha una manifestazione clinica simile alla SARS. Ad oggi 50 casi confermati da Aprile 2012 a Maggio 2013. Casi in Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Giordania, Qatar. Recentemente in Francia, Germania, Gran Bretagna, Tunisia, Italia; correlati a persone soggiornate in Medio Oriente.
A differenza del virus della Sars non si può trasmettere facilmente tra le persone,è imparentato ma diverso. Per eventuali casi che potrebbero avverarsi soprattutto su anziani, bambini e defedati, esiste l'intesa stato regione del 5/11/2009 e successivo atto di proroga del 31/07/2012, per cui è stata istituita la Rete nazionale per la gestione della sindrome da insufficienza respiratoria acuta grave da polmonite da virus dell'influenza e l'eventuale utilizzo della terapia ECMO (ossigenazione extracorporea).
Al momento la situazione è sotto controllo. Per la trasmissione i contatti devono essere ravvicinati e prolungati. Per la prevenzione bastano le normali misure di igiene usate anche contro l'influenza. Non ci dovrebbe essere allarmismi nè sottovalutazione del pericolo di una eventuale epidemia prendendo in considerazione le precauzioni valide per molte altre malattie infettive. Se entro 10 giorni dal rientro dei paesi della Penisola Araba viene la febbre o si avverte una patologia delle basse vie respiratorie, tosse o mancanza di fiato conviene fare i dovuti controlli per escludere che non sia l'H7N9. Questo virus può determinare anche problemi al fegato. Nei casi gravi oltre la terapia intensiva una buona immunoterapia è essenziale, interferoni ecc. Comunque il virus è in grado di moltiplicarsi ad una velocità iniziale maggiore di quello della Sars.
Esame analizza 32 proteine ed è in grado di predire chi ha più probabilità di aver bisogno di cure o di morire per queste patologie
Lo rivela un ampio studio presentato al Congresso della European Respiratory Society (ERS) a Vienna da Anne Vejen Hansen dell'Ospedale Universitario di Copenaghen
I pazienti che hanno ricevuto un trattamento diretto dallo pneumologo hanno avuto un minore utilizzo successivo dell'assistenza sanitaria per malattie respiratorie rispetto a quelli che hanno ricevuto cure abituali
Lo ha accertato uno studio internazionale in collaborazione fra l'Università francese Paris-Saclay, e quelle di Padova, Napoli Federico II e altri atenei stranieri
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