Il mix dei tagli indiscriminati degli ultimi anni e del continuo aumento dei ticket mette a rischio l'universalità del servizio sanitario pubblico. L'allarme è stato lanciato dai sindacati confederali nel corso dell'audizione davanti alle commissioni Bilancio e Affari sociali della Camera, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul Ssn in vista della prossima legge di stabilità.
''Nel triennio 2012-2014 - ha ricordato Pietro Cerrito, segretario confederale della Cisl - i tagli ammonteranno a 23 miliardi'' nonostante il finanziamento della sanità sia già ''ormai sotto la media Ocse''. E a preoccupare, aggiunge Stefano Cecconi, responsabile Salute della Cgil, è soprattutto l'aumento della compartecipazione della spesa da parte dei cittadini, che crea ''non solo fenomeni di iniquità ma anche a esclusione dall'accesso all'assistenza sanitaria''. La situazione ''proiettata al 2014, senza che si intervenga con chiarezza'' per eliminare i due miliardi aggiuntivi di ticket previsti dal 1 gennaio, porterebbe ''all'insostenibilità del sistema'' perché renderebbe ''non conveniente l'acquisto dei servizi dal pubblico rispetto al privato ben organizzato''. Non si può, rincara Cerrito, ''consentire questa privatizzazione strisciante del sistema''. E bisogna invece guardare a una ''riorganizzazione'' che parta dalla ''razionalizzazione dei presidi ospedalieri'' spiega anche Francesco Maria Gennaro della Uil, sottolineando che la riforma delle cure sul territorio resta ''la grande incompiuta''. Il servizio sanitario, aggiunge Ruggero Di Biagi, segretario nazionale Ugl medici ''e' immeritatamente il capro espiatorio della situazione debitoria del Paese'' che non si può più consentire se non si vuole ''ridimensionarlo in favore del privato''.
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Fonte: intersindacale
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