''Siamo davvero soddisfatti che l'Emilia-Romagna stia dando l'esempio alle altre regioni su come applicare al meglio il decreto sui ritardi nei pagamenti. La scelta di stanziare ulteriori fondi all'anticipazione di liquidità per un totale di quasi 700 milioni di euro dimostra, da parte del presidente Errani (nella foto) e dell'assessore Lusenti, un'attenzione e una lungimiranza nei confronti di un settore, che può contribuire a creare crescita e sviluppo sia sul territorio che a livello nazionale''.
Questo il commento di Stefano Rimondi, presidente di Assobiomedica, l'Associazione di Confindustria che rappresenta le imprese di produttori di dispositivi medici, alla notizia che l'Emilia-Romagna ha destinato altri 244,5 milioni di euro a favore delle Aziende sanitarie per il pagamento dei debiti verso i loro fornitori. ''Si tratta di un gesto significativo - ha dichiarato Rimondi - sia a livello locale per il distretto biomedicale di Mirandola, gia' duramente colpito dal terremoto di un anno fa, sia a livello nazionale perche' rappresenta un caso esemplare per le altre regioni e strutture ospedaliere che, allo stato attuale, stanno facendo troppo poco per garantire che il decreto 35 venga applicato al meglio. Infatti, gia' la scadenza del 5 luglio, che prevedeva la pubblicazione da parte di Asl e Ao del piano di pagamenti nei confronti dei fornitori, e' stata clamorosamente fallita da moltissimi enti sanitari, creando un precedente gravissimo''. Continuando sulla scia dei tetti alla spesa imposti dalla spending review e dell'indicazione di centralizzare sempre piu' gli acquisti si corre il rischio ''di creare monopoli od oligopoli'' che ''nel medio periodo finiranno per essere un grave fattore di aumento dei costi'', spiega nel corso dell'audizione davanti alle commissioni Affari sociali e Bilancio della Camera Stefano Rimondi, presidente di Assobiomedica, precisando che le aziende ''chiedono una politica di acquisti che garantisca appropriatezza e trasparenza, siamo disponibilissimi a collaborare, ma senza porre barriere di ingresso al mercato, ad esempio con gare centralizzate che escludono dal mercato piccole medie aziende italiane innovative''.
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Fonte: assobiomedica
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