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Il garante della privacy contro il fascicolo elettronico

Sanità pubblica Redazione DottNet | 09/07/2013 17:01

La strada per il varo del fascicolo elettronico è tutta in salita. Questa volta contro il documento telematico scende in campo il Garante per la privacy, che, in una segnalazione rivolta al Parlamento, ha espresso preoccupazioni per alcuni provvedimenti contenuti nel recente “Decreto del Fare” e nel Disegno di legge sulle semplificazioni.

 Secondo il Garante ci sono diversi aspetti che non convincono: informazioni personali tracciate per chi accede a internet via wi-fi; eccesso di dati sanitari a disposizione di Ministeri e Regioni; perdite di tutele per gli imprenditori. Per quanto riguarda l'ambito sanitario, l'attenzione è focalizzata verso l'articolo 17 del Decreto del Fare che, modificando precedenti disposizioni in materia di Fascicolo sanitario elettronico (Fse), prevede che, ai fini di ricerca epidemiologica e di programmazione e controllo della spesa sanitaria, le regioni e le Province Autonome, il Ministero del Lavoro e il Ministero della Salute possano accedere alle informazioni sanitarie presenti nel Fse di tutti gli assistiti, compresi i documenti clinici prima espressamente esclusi.  "In questo modo - sottolinea una nota del Garante - le amministrazioni si troverebbero a utilizzare un'enorme mole di dati sensibili (ricoveri, accessi ambulatoriali, referti, risultati di analisi cliniche, farmaci prescritti) che, per quanto non immediatamente riconducibili agli interessati, non sono indispensabili per il raggiungimento di finalità diverse da quelle della cura".

Il Garante esprime forti perplessità su tale ampliamento del novero delle informazioni oggetto di trattamento per finalità diverse da quelle di cura e chiede quindi che la norma venga modificata affinché i soggetti pubblici interessati possano accedere alle sole informazioni effettivamente necessarie per svolgere tali finalità.

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Fonte: garante privacy

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