E’ in dirittura d’arrivo il patto per la salute: deospedalizzazione del Ssn, cure domiciliari e rafforzamento del territorio sono i punti cardine del provvedimento messo a punto dal ministero della Salute.
E anche le farmacie avranno un ruolo con lo sviluppo della medicina d’iniziativa. La priorità di Lorenzin rimane quella di rinnovare l’intesa entro l’estate e proprio per rispettare l’obiettivo è scattato il tour de force sulla bozza di Patto: questione di giorni, assicura la Lorenzin, e il documento sarà pronto per avviare la trattativa con i governatori e il dicastero dello Sviluppo economico. Intanto dal ministro arriva qualche anticipazione sull’impalcatura del Patto: validità cinque anni anziché i tradizionali tre, nella sostanza si presenterà come un “Piano regolatore della Sanità del prossimo quinquennio”, ovvero una sorta di piano industriale del Ssn che farà tesoro delle singole “best practice” regionali. E che innescherà la deospedalizzazione del Ssn, da sostenere anche con lo sviluppo dei servizi in farmacia, con l’obiettivo di scongiurare altri tagli lineari. In questo contesto dovrebbe trovare posto anche la rivisitazione dei Piani di rientro e della logica che li sottende: li si ribattezzerà “Piani di rilancio” e si avvierà con le Regioni un’analisi approfondita degli effetti del blocco del turn over laddove i conti sono in rosso. I governatori dal canto loro attendono che il Ministero presenti il Patto, ma intanto hanno già fatto sapere che per loro il punto di partenza è la bozza di provvedimento redatta nel febbraio dell’anno scorso e poi accantonata, dove si parlava di nuovi ticket con franchigia e dello sviluppo della medicina territoriale (le cosiddette aggregazioni complesse).
La risposta delle Regioni: “Apprezziamo che il ministro Lorenzin abbia dichiarato più volte di aver iniziato a lavorare sul Patto per la salute e che bisogna iniziare la discussione prima delle ferie. Ricordiamo però che per noi è pregiudiziale che ci sia la copertura dei 2 mld dei Ticket per il 2014. E poi cominciamo a discutere”.
È quanto ha dichiarato Claudio Montaldo, presidente del comitato di settore delle Regioni e assessore alla sanità della Liguria. Non è ancora stata fissata una data per iniziare il confronto ha detto Montaldo, sottolineando che “le Regioni sono pronte a partire”. Anche sulla partita dei rinnovi contrattuali qualcosa si sta muovendo: “Ci sono state dichiarazioni importanti del Governo, in particolare del ministro D'Alia, ma anche del ministro Lorenzin, sulla disponibilità a modificare la norma prevista dal decreto che bloccava totalmente i contratti, lasciando inalterato il solo blocco della parte economica. Si apre quindi la possibilità di cominciare a discutere la parte normativa a parità di risorse. Aspettiamo quindi che il Governo di risposte precise, come sulla questione del Patto per la Salute, e poi si potrà iniziare”.
I sindacati al ministro: Una ''attenzione particolare ed un contributo a ricercare in ogni sede e con ogni sforzo possibile soluzioni che arrestino la deriva regressiva del sistema sanitario''. Questa la richiesta che i dirigenti medici, veterinari, sanitari, tecnici, amministrativi, e professionali del Servizio Sanitario Nazionale e i medici in formazione specialistica, nel confermare lo sciopero nazionale del 22 luglio prossimo, hanno indirizzato al ministro della Salute in una lettera aperta. ''I provvedimenti - affermano i sindacati medici nella lettera aperta - legislativi ed economici che a più riprese hanno interessato la sanità italiana in questi ultimi anni, fondati essenzialmente su tagli lineari della spesa sanitaria, hanno provocato pesanti ripercussioni sul sistema dell'offerta dei servizi, minacciando l'erogazione stessa dei livelli essenziali di assistenza''. Tutto cio', sottolineano, ha provocato ''un grave deterioramento delle condizioni di lavoro del personale medico e sanitario che si traduce in milioni di ore di straordinario non pagato, nel taglio indiscriminato di strutture semplici e complesse, con limitazione della progressione di carriera, nell'incremento del numero dei contratti atipici e nel ricorso alla medicina difensiva''. Il risultato ultimo di queste ''politiche regressive - incalzano le organizzazioni mediche - è da una parte un sempre maggior numero di cittadini che rinunciano alle cure o sono costretti ad un massiccio ricorso alla sanità privata e dall'altra un crescente disagio del personale sanitario che è lasciato solo ad affrontare la domanda di salute dei cittadini''. Con la ''nostra protesta chiediamo - concludono - di rendere esigibili diritti ancora oggi negati: la sicurezza delle cure ed il riposo psico-fisico, una giusta e completa formazione professionale e l'adeguatezza delle dotazioni organiche, una progressione di carriera fondata sulla competenza al riparo dalla invadenza della politica. Pretendiamo luoghi di lavoro, a cominciare dal Pronto soccorso, caratterizzati da dignità, sicurezza ed appropriatezza, esigiamo la fine dello sfruttamento del lavoro precario''.
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Fonte: federfarma, ministero della salute
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