La proposta arriva da Federfarma e ha il consenso dell’Aifa: ricorrere al dual price per contrastare esportazioni parallele e irreperibilità nel circuito distributivo.
Lo conferma Paolo Siviero, coordinatore dell’area Strategie e politiche del farmaco dell’Agenzia, nel corso dell’incontro con le sigle della filiera che Federfarma, Farmindustria e Assogenerici avevano richiesto un mese fa per parlare di concertazione. Sul tavolo anche altri temi, spinosi, come ad la spesa farmaceutica, su cui l’Aifa si è preoccupata di ridimensionare le anticipazioni di qualche giorno fa del Sole 24 Ore e lo stesso Siviero ha tenuto a precisare che, a suo parere, la spesa territoriale non dovrebbe chiudere con deficit di rilievo. E ancora la questione del Pht: Federfarma (rappresentata dalla presidente, Annarosa Racca, e dal segretario, Alfonso Misasi) e le altre sigle presenti all’incontro (oltre alle due associazioni dei produttori c’erano Assofarm, Adf e Federfarma Servizi) hanno chiesto che i farmaci di uso consolidato escano da questo Prontuario per passare pienamente alla distribuzione territoriale. Ma la convergenza più esplicita tra filiera e Aifa si è registrata sulla questione carenze. Come accennavamo, è stata messa al centro dei lavori la proposta di puntare sul meccanismo del dual price – un sistema già sperimentato con successo in Spagna, che prevede sui farmaci la coesistenza di due pressi, uno di mercato per le transazioni commerciali e uno di rimborso per gli acquisti effettuati dal servizio sanitario – per scoraggiare o ridurre il fenomeno delle esportazioni parallele. "Il problema è localizzato in alcune aree geografiche – commenta Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria - Non siamo però davanti a un fenomeno generalizzato e strutturale e infatti l'Aifa non ha mai prodotto riscontri in questo senso". E' comunque necessario intervenire per eliminare queste dinamiche lì dove sono presenti. "E' assurdo che in alcuni casi il paziente rischi di non reperire il farmaco a causa dell'export. Per limitare il problema, cerchiamo sempre di effettuare previsioni in eccesso per la filiera, proprio in considerazione di possibili esportazioni". E sull'idea di fissare un prezzo unico europeo, anche Scaccabarozzi esprime il suo sostegno. "Potrebbe rappresentare un buon rimedio. L'ideale sarebbe individuare un prezzo unico per il libero mercato e prevedere delle variazioni per la cessione ai vari servizi sanitari nazionali. Questo perché in Europa il quadro economico è estremamente multiforme ed eterogeneo". Si tratta di un problema che sta aumentando in maniera esponenziale - avverte Annarosa Racca, presidente nazionale di Federfarma - I farmaci in Italia costano molto poco e quindi è più conveniente venderli in altre realtà. E' una dinamica che rischia di mettere in crisi il nostro mercato, ma che va inquadrata all'interno del contesto europeo. Sotto un profilo legale, il fenomeno è perfettamente legittimo, ma noi siamo per la tolleranza zero verso chi fa parallel trade, siano farmacie o distributori intermedi".
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Fonte: federfarma, aifa, assogenerici, farmindustria
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