E' necessario che l'organizzazione delle terapie intensive anche in Italia si adegui al modello della "terapia intensiva aperta", recuperando il divario rispetto ad altri Paesi in Europa e in America che già da tempo si sono orientati con successo in questa direzione.
Lo afferma il comitato nazionale di bioetica in un parere approvato lo scorso 19 luglio all'unanimità nel quale si sottolineano i benefici per la salute dei malti e delle famiglie. Numerosi dati suggeriscono, infatti, che la promozione dell'accesso per familiari e visitatori che non solo non è pericolosa per i pazienti, ma anzi è benefica sia per loro sia per chi e' accanto ai malati. In particolare l'"apertura" dei reparti non causa un aumento delle infezioni nei pazienti, mentre si riducono in modo statisticamente significativo tanto le complicanze cardio-vascolari. Inoltre, i pazienti presentano indici ormonali di stress significativamente più bassi. Un ulteriore effetto positivo è rappresentato dalla netta riduzione dell'ansia nei familiari. Ad esempio, madri di bambini ricoverati in TI "aperte" hanno indici di stress più contenuti di quelle di bambini nelle TI con "accesso limitato".
Fonte: comitato bioetica
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