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Decreto Lorenzin, tutte le novità. Specializzandi nell'Ssn

Sanità pubblica Redazione DottNet | 28/07/2013 11:54

Dalla stretta sul fumo alla sperimentazione clinica dei medicinali, dal riordino delle professioni sanitarie e la formazione medico specialistica, ma anche sicurezza alimentare, benessere animale, e ''norme per corretti stili di vita'': un disegno di legge ampio, a firma del ministro della Salute Beatrice Lorenzin, arrivato in Consiglio dei ministri per l'esame preliminare.

 Molti i capitoli, che vanno dalle sperimentazioni cliniche e aggiornamento dei Lea con l'inserimento di prestazioni per il controllo del dolore nel parto, fino alla riforma degli Ordini professionali, dalla lotta all'abusivismo professionale fino alle nuove norme per la formazione specialistica. Ma anche sicurezza alimentare, benessere animale e promozione di corretti stili di vita. Fino all'inasprimento delle pene per reati contro i pazienti ricoverati in ospedale o in strutture residenziali.  In tutto 27 articoli che prendono spunto dai precedenti ddl Fazio e Balduzzi arenati entrambi nella scorsa legislatura (clicca qui per leggere il documento completo). Tra le novità, il divieto di fumo in tutte le aree scolastiche, comprese quelle all'aperto e del divieto di vendita delle sigarette elettroniche con nicotina agli under 18, una stretta all’esercizio abusivo delle professioni sanitarie. E ancora è stato previsto un inasprimento delle pene e il sequestro dei beni destinati all'attività illecita: “Solo tra gli odontoiatri ci sono 15mila abusive”, ha ricordato il ministro Lorenzin “È prevista un'aggravante di reato e viene introdotta una nuova misura oltre a quella pecuniaria. Se si coglie sul fatto un medico abusivo vengono sequestrati i beni destinati alla professione e dati a strutture che offrono cura e assistenza a persone in difficoltà economica e sociale”. Grande attenzione, poi a due temi centrali nel ddl: le sperimentazioni cliniche e la riforma degli Ordini professionali. Sul primo punto Lorenzin è stata molto chiara. "Il nostro intento è quello di dare un contesto normativo in materia degno delle straordinarie capacità e potenzialità della ricerca italiana. Vogliamo non solo riportare a casa i 'cervelli in fuga" ma anche attrarre ricercatori stranieri in un contesto normativo finalmente all'altezza delle sfida dell'innovazione scientifica".  Sulla riforma degli Ordini, il ministro ha invece richiamato il lavoro già in corso in Parlamento augurandosi una stretta collaborazione e sostenendo che il suo ddl vuole essere soprattutto di stimolo ulteriore alla riforma ordinistica. Con grande attenzione anche a quelle professioni sanitarie tuttora senza Ordine.  Infine, ne hanno parlato sia Lorenzin che il ministro dell'Istruzione, Maria Chiara Carrozza, ci sarà anche l'inserimento degli specializzandi all'ultimo biennio nelle strutture del Servizio sanitario nazionale per prestare servizio.

Evidenziando il contenuto dell'articolo 7 del Ddl, Carrozza ha spiegato che "spetterà alla scuola di specializzazione e non alle Regioni la decisione su come impiegare gli specializzandi". L'articolo inserito nel Ddl sul tema, ha evidenziato Lorenzin, "non è esaustivo, ma è un 'chiodo' che mettiamo per aprire il dibattito parlamentare e che ha lo scopo di agevolare l'accesso dei giovani alla professione medica, accrescendo la loro partecipazione alle attività professionali".

No dei dindacati agli specializzandi. Ha appena iniziato il suo iter, con l'approvazione da parte del Cdm, ma la parte del ddl presentato dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin che riguarda gli specializzandi ha già suscitato critiche. Ad esprimerle è Massimo Cozza, segretario nazionale Fp-Cgil medici, secondo cui la norma, per come è formulata, potrebbe mascherare un uso 'improprio' degli studenti. L'articolo, che riformula dei provvedimenti in discussione da diversi anni, prevede che nell'ultimo biennio gli specializzandi vengano inseriti in strutture del Servizio Sanitario Nazionale 'fino alla completa autonomia nell'ultimo anno del corso', e proprio questa dicitura suscita perplessità. ''Si rischia che gli specializzandi vengano usati impropriamente, ad esempio per coprire da soli le guardie - spiega Cozza - così si avranno 5mila medici l'anno per 'tappare i buchi' creati dal blocco del turnover, quando ci sono 10mila medici precari che lavorano nelle stesse strutture. Inoltre la formazione degli specializzandi non verrebbe garantita, perchè si troverebbero ad agire senza un tutor che li guidi. Siamo d'accordo sulla formazione in ospedale, ma non per risparmiare sui costi''.  Le stesse preoccupazioni sono state espresse da un comunicato del Segretariato Nazionale Giovani Medici, mentre per Andrea Lenzi, presidente del Consiglio Universitario Nazionale, il ddl verrà comunque modificato in Parlamento. ''Il provvedimento è stato messo nel ddl proprio come punto di partenza di un iter - spiega - anche noi siamo ovviamente contrari ad un uso improprio degli specializzandi, semplicemente perchè non imparerebbero. E' evidente che la preoccupazione c'è, ma la discussione è già in atto da tempo, e l'articolo è ampiamente modificabile in sede di discussione parlamentare''.

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Federspecializzandi. La parte del Ddl presentato al Governo dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin che riguarda chi frequenta i corsi di specializzazione in medicina ''nasconde il tentativo di supplire alla mancanza di personale negli ospedali con gli specializzandi''. Lo afferma Cristiano Alicino, presidente della Federspecializzandi, secondo cui l'obbligo degli studenti dell'ultimo biennio di ruotare all'interno dei reparti è già sancito dalla legge. ''L'unica novità introdotta dal Ddl - spiega Alicino - è il comma che prevede che all'ultimo anno lo specializzando possa agire in autonomia. Questo implica avere ogni anno 5mila medici per 'tappare i buchi' che oltretutto non verranno mai assunti, perchè l'anno dopo ce ne sono altri 5mila pronti a prendere il loro posto''. I rappresentanti degli specializzandi, sottolinea Alicino, non sono stati consultati per la stesura della norma. ''Gli ultimi tre ministri della Salute hanno provato a presentarla - spiega - e noi abbiamo potuto dire la nostra solo tramite la stampa. Spererei che ci fosse un'interlocuzione diretta, che sarebbe più proficua''.

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Fonte: ministero della salute,

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