Non può che esserci la rete nel futuro della farmacia. Rete nel senso di integrazione orizzontale tra professionisti , strutture del Ssn e società civile, ed anche nel senso di internet, seppure con paletti e garanzie strettissimi. Così almeno la vede Fenagifar, in un’intervista a Filodiretto, che farà di tale orientamento il tema conduttore del suo prossimo congresso nazionale, in programma nel marzo dell’anno prossimo. E allora, giusto rivolgersi a Claudio Distefano, presidente dei giovani farmacisti, e chiedere a lui che cosa c’è nel domani della farmacia secondo Fenagifar.
Presidente, al congresso mancano ancora diversi mesi ma il filo conduttore è già deciso: il farmacista in rete, sottotitolo “fare sistema nella nuova sanità”. Quale messaggio lancerete?
Nella società e nella farmacia è un atto una trasformazione: la professione non si esaurisce più nell’atto della dispensazione e del consiglio ma viene tirata per il camice affinché si faccia carico di un nuovo ventaglio di competenze che vanno dalla pharmaceutical care alla domiciliarità passando per i servizi. Siamo convinti che una farmacia riempita di tali contenuti debba essere al centro di una rete che metta assieme i medici - specialisti, mmg, pediatri – le strutture sanitarie pubbliche e private – Case della Salute comprese – e la società civile, intesa come comunità di cittadini e come territorio.
Dice Case della Salute: non vi preoccupano le ricadute che il modello potrebbe avere sulla farmacia?
Certamente siamo preoccupati dall’eventualità che con queste aggregazioni il farmaco si allontani dalla farmacia e dal farmacista. Ma a parte tale ipotesi, siamo convinti che ci siano gli spazi per costruire sul territorio una collaborazione tra farmacia e Case della Salute per assicurare al paziente una presenza continuativa. E solo la farmacia può garantire capillarità, continuità assistenziale e sostenibilità economica per il Ssn.
Nella traccia dei temi che affronterete al Congresso c’è anche l’e-commerce: qual è la vostra posizione rispetto alla vendita on line?
Siamo doppiamente consapevoli, da un lato dei progressi ineliminabili della tecnologia e dall’altro dei rischi che internet comporta, nel campo della salute. E’ nostra convinzione che anche sul web sia necessaria la presenza di un professionista qualificato che possa essere di riferimento a chi naviga nella rete inconsapevolmente e senza adeguate cautele. E questo professionista, se si parla di farmaco, non può che essere il farmacista.
D’accordo ma per voi quale modello andrebbe preferito, quello francese – dove la vendita on line dei farmaci si ferma all’Otc ed è permessa soltanto alle farmacie autorizzate – oppure si può anche osare qualcosa di più, tipo Germania o Gran Bretagna?
Preferiamo certamente il modello francese, regole severe e massima trasparenza a tutela del consumatore.
Chiudiamo con il concorso straordinario: si attendono ancora i bandi delle due province autonome di Trento e Bolzano, le commissioni stanno vagliando le domande, ancora non si sa quando uscirà la prima graduatoria. Siete ottimisti?
Siamo delusi, ma ci sentiamo tali fin da quando il concorso venne messo in piedi con la selezione per soli titoli. Con quelle regole sono stati tagliati fuori i giovani, non c’è alcun dubbio, e non compensa la singolare novità delle associazioni perché si obbligano i soci a impegni sin troppo gravosi. Speriamo soltanto che per la conclusione non debbano passare i dieci anni di certi concorsi di un tempo.
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Fonte: federfarma
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